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Osservatorio 19-04 / La genitorialità bene comune

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A Vigevano nel 2023 sono nati 383 bambini. Probabilmente il numero più basso di sempre in proporzione alla popolazione. Nel resto della Lomellina i dati sono simili, l’inverno demografico rappresenta una questione sociale su cui si gioca il futuro del welfare e della società lomellina e nazionale, nonché la tenuta del sistema economico e pensionistico.

Nel 2023 in Italia sono nati 379mila bambini, una riduzione che continua dal 2008, tanto da essere arrivati a 1.2 figli per donna, anche se il Paese è sceso sotto il livello di sostituzione già nel 1977; in 46 anni non sono state adottate politiche significative, paternità e maternità sono considerate fatto privato della famiglia e non tema sociale come accade ad esempio in Francia e in Germania, che riconoscono il valore delle nuove generazioni per la comunità. Il risultato è che non c’è più il desiderio di avere figli? Una ricerca dell’Istituto Toniolo (Università Cattolica) si è occupata delle coppie “no kids”, che scelgono di non averne:

il 21% delle 7mila donne intervistate tra i 18 e i 34 anni «non desidera avere figli nella vita» e il 29% è «debolmente interessata»

il che vuol dire che una su due reputa la maternità secondaria, ma anche che la stessa percentuale la ritiene una parte significativa della vita. Secondo l’indagine il calo è legato sì a una differente mentalità e a minori pressioni relative alla genitorialità, ma anche all’insicurezza: circa tre under35 su quattro guadagnano da 1500 euro in giù e per un quinto delle donne al parto si associa la rinuncia al lavoro, una platea più ampia se si considera chi deve scegliere il part-time ipocritamente definito “involontario”. «Ci saremmo dovuti attrezzare, per eliminare gli ostacoli», scrive Linda Laura Sabbadini (dirigente generale Istat), invece «ci siamo trasformati in un Paese a permanente bassa fecondità, per inazione». Per colpa di chi i figli non li vuole? «È inutile cercare i “colpevoli” della bassa natalità, e soprattutto ideologizzare il tema. Si fanno pochi figli, perché non si è agito politicamente per creare un clima sociale favorevole alla maternità e alla paternità».

E si continua a non agire, anche a livello locale. Si dirà, come può un Comune intervenire? L’Araldo la settimana scorsa ha portato un modello, quello di San Lazzaro di Savena, che è riuscito a riportare il trend delle nascite a livello degli anni ‘90 con la sola azione amministrativa. Ma le curve demografiche qui non scaldano i cuori: nell’ultimo consiglio comunale a Vigevano si è dedicato tempo alla consegna del “tapiro d’oro” da parte del consigliere Furio Suvilla al sindaco Andrea Ceffa, legata alla contestazione di un mancato pagamento della Tari da parte di Suvilla per alcune annualità. Anche a San Lazzaro hanno parlato di Tari, ma per recuperare gran parte dei 18 milioni di euro di evasione fiscale necessari per dare asili nido gratuiti e senza lista d’attesa. Fare si può e si deve. Secondo TrueNumbers il calo delle nascite «porta a individuare con certezza l’anno in cui le famiglie senza figli saranno più numerose di quelle con figli: è il 2045. Meno del lasso di tempo che passa tra una generazione e l’altra (25 anni)». Chi pagherà il welfare a Vigevano e in Lomellina nel 2045?

Giuseppe Del Signore

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