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Osservatorio 22-10 / Semaforo giallo

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Non è un buon momento per il nostro Paese. Lo si percepisce, al di là delle difficoltà per la pandemia, da due rilevatori, che ci piace chiamare “semaforo giallo”. Anzitutto la bassissima affluenza alle urne registrata per il recente voto amministrativo. Purtroppo abbiamo dovuto annotare dati di affluenza da vergognarsi. Forse una affluenza così bassa non l’avevamo mai vista, in un Paese in cui solitamente la media di votanti si era sempre assestata tra i primi posti a livello mondiale. Quando la gente non va a votare, vuol dire che si sta allontanando dalla fiducia nella politica, al di là dell’appartenenza a questo o quel partito.

Una affluenza, diciamocelo, da vergogna, con tutto rispetto naturalmente di coloro che sono stati eletti, democraticamente. Anzi, sono da ringraziare, per essersi messi in gioco in un periodo così complicato. Nello stesso tempo, sarebbe un po’ rischioso se gli stessi eletti si adagiassero su facili trionfalismi, considerando appunto le poche persone che sono andate al voto. Quando i cittadini non votano, tutti dovrebbero preoccuparsi, perché la vera democrazia è tanto più “vera” quando si basa su una grande partecipazione. Saranno i sociologi e i politologi a studiare e analizzare tutte le cause e le ipotesi per questa tendenza al “non voto”, ma è comunque un dato che deve essere tenuto presente.

L’altro segnale rilevatore del momento non facile che stiamo vivendo è quello della violenza. Manifestazioni di ogni genere, da quelle politiche a quelle sindacali, da quelle che protestano per i green pass a quelle per i posti di lavoro. Anche n questo caso, quando la gente scende in piazza, non per manifestare liberamente e democraticamente, ma per far sentire la propria voce in modo violento c’è da preoccuparsi. Per quanto riguarda la violenza, forse dobbiamo ammettere che un po’di esagerazione c’è stata anche da parte dello Stato, ammettiamolo. Idranti e manganellate li abbiamo sempre associati a regimi dittatoriali… speriamo sia stato solo un “incidente di percorso”.

In ogni caso sono segnali di nervosismo e di confusione che non indicano certo un buon momento e soprattutto prospettive serene per la tanto sospirata “ripartenza”. Sarà bene che ciascuno faccia la sua parte, per “ritornare” ad un vero confronto democratico e per affrontare i problemi, come la pandemia, non con le imposizioni fini se stesse, ma favorendo ed educando a un senso di responsabilità da parte di tutti. L’Italia è stata capace di uscire da tante “macerie” nel corso della storia, perché “Italiani brava gente” non è solo il titolo di un film…

Dep

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