Home Primopiano Attualità Anestesisti, professione centrale tra evoluzione e carenze

Anestesisti, professione centrale tra evoluzione e carenze

0
Coronavirus Pavia ospedale

Anestesia in continua evoluzione tra nuove tecniche e strategie, sebbene con carenze di personale. Una situazione che riguarda tutto il territorio nazionale e pure quello di Vigevano e Lomellina, nonostante non sia una situazione critica.

POCO PERSONALE «La carenza di anestesisti è un problema sistemico che riguarda sia il livello nazionale sia quello regionale e locale – fa sapere Asst Pavia –

Purtroppo stiamo affrontando anche noi questa criticità, ma in ogni caso, la Lomellina presenta minore carenza rispetto ad altri presidi ospedalieri del territorio provinciale.

Nel frattempo l’Azienda sta provvedendo a reclutare nuovo personale per ovviare ai posti vacanti. «Se il servizio a Vigevano sarà garantito fino al 31 agosto dalla cooperativa Cmp Global Division – continua Asst Pavia – l’Azienda ha attivato numerose procedure di reclutamento per la copertura dei posti necessari. Tra questi, un avviso pubblico ancora aperto, tre selezioni pubbliche concluse e due concorsi, di cui uno concluso e uno che sarà espletato il 20 maggio».

LA PROFESSIONE Ma perché quella dell’anestesista è una professione centrale nelle dinamiche ospedaliere? A spiegarlo il dottor Paolo Francesco Tosi, cardio-anestesista:

L’anestesia dà un servizio fondamentale che altri professionisti non potrebbero offrire e la sua importanza risiede banalmente nel fatto che, senza anestesia, nessun intervento chirurgico potrebbe essere fatto.

Si tratta di una professione che si sviluppa a 360° e che non riguarda solo “l’addormentare” il paziente prima dell’intervento, ma anche competenze sempre più richieste e specifiche. «Quella dell’anestesista è diventata una specialità con tante micro-specializzazioni al suo interno – continua Tosi – Io ad esempio sono cardio-anestesista, il che implica l’occuparsi di pazienti cardiochirurgici e di tutti quei soggetti ad alta complessità. Si tratta quindi di essere allo stesso tempo un po’ anestesista, un po’ rianimatore e un po’ cardiologo. È complesso, ma è un lavoro che faccio con grande passione da molti anni».

EVOLUZIONE Come tutte le branche della medicina, anche l’anestesia continua a fare passi da gigante, permettendo interventi chirurgici che, fino a qualche anno fa, erano impensabili. «Questa professione è in continuo divenire – continua il cardio-anestesista – basti pensare che oggi è possibile effettuare interventi a pazienti ottantenni e con tumori renali attraverso tecniche di radiologia interventistica. Intervento che è possibile fare per mezzo di una sedazione profonda che permette un pronto risveglio dall’operazione e il trasferimento in reparto». Un ambito in continua evoluzione e che ha migliorato la vita del paziente. «Prima bisognava intubare i pazienti, ma ora l’anestesia si è modificata insieme alle nuove tecniche mediche – racconta Tosi – è importante adeguarsi alle nuove tecniche e strategie. In ambito farmacologico non esiste infatti un dosaggio fisso per tutti, ma è sempre una modulazione e collaborazione tra anestesista, chirurgo e anche paziente».

CARENZE Un lavoro complesso che scoraggia tanti professionisti a intraprendere questa strada. «Ci vuole un enorme sacrificio per fare questo lavoro – conclude Tosi – ma gli stipendi al di sotto della soglia europea e la fase post-Covid non stanno aiutando a trovare nuovo personale».

Rossana Zorzato

Exit mobile version