Home Primopiano Con il Pnrr gli Its diventeranno il perno dell’istruzione tecnica

Con il Pnrr gli Its diventeranno il perno dell’istruzione tecnica

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Draghi alla Camera il 27 aprile illustra il Pnrr

Gli Its oggi sono pressoché sconosciuti al “grande pubblico”, ma nel giro di pochi anni si avviano a essere uno dei perni della scuola italiana,

questo anche grazie al ruolo di primo piano che gli riconosce il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza),

facendo seguito a quanto dichiarato dal presidente del Consiglio Mario Draghi lo scorso 17 febbraio nel momento in cui chiedeva la fiducia al Senato: «Occorre rivedere il disegno del percorso scolastico annuale, in questa prospettiva particolare attenzione va riservata agli Its. In Francia e in Germania, ad esempio, questi istituti sono un pilastro importante del sistema educativo. È stato stimato in circa 3 milioni, nel quinquennio 2019-23, il fabbisogno di diplomati di istituti tecnici nell’area digitale e ambientale». Così nel Pnrr gli sono destinati 1.5 miliardi di euro, «venti volte il finanziamento di un anno normale pre-pandemia. Senza innovare l’attuale organizzazione di queste scuole, rischiamo che quelle risorse vengano sprecate».

Its istruzione tecnica

I PASSI Il futuro degli Its è di diventare il cuore del sistema di formazione professionale terziaria, strettamente collegati da un lato alla secondaria di secondo grado e dall’altro all’università, così da formare quelle figure professionali dotate di competenze tecniche specializzate che oggi le aziende non riescono a reperire sul mercato del lavoro,

diventando un volano per l’occupazione – i tassi d’impiego a un anno dal diploma variano dall’80 al 96% – e per la ripresa economica dell’Italia, perché per la transizione digitale ed ecologica sono indispensabili saperi di cui oggi la maggior parte delle imprese sono prive o quasi.

Per ottenere questo risultato il Pnrr prevede una riforma degli Its seguendo il modello “Emilia Romagna”, dove a gennaio è stata costituita la “Scuola politecnica Its”, un’associazione che riunisce tutte le fondazioni della regione e che ha come obiettivo un dialogo più saldo col mondo produttivo e accademico, un adeguamento delle sedi alle esigenze dell’industria 4.0, un supporto al confronto con l’evoluzione normativa e strutturale della formazione post-diploma. Il Pnrr propone proprio di potenziare il modello organizzativo e didattico – introducendo anche meccanismi di premialità – consolidare questi istituti a livello di ordinamento e di legami con le università, in particolare per quanto riguarda il rapporto con le lauree professionalizzanti. Accanto alla riforma, le risorse che serviranno per aumentare il numero degli Its, attivare più laboratori con tecnologie 4.0, formare i docenti, sviluppare una piattaforma digitale nazionale per le offerte di lavoro rivolte agli studenti in possesso di qualifiche professionali.

A regime il traguardo è raddoppiare i 18750 frequentanti e 5250 diplomati annuali attuali.

ALTRE AZIONI Non è l’unica novità prevista per la scuola, che anzi dovrebbe uscire trasformata dalle 9 riforme e dai 14 investimenti previsti per la prima componente della quarta missione del Piano, relativa al «potenziamento dell’offerta dei servizi d’istruzione: dagli asili nido alle università» e alla quale sono destinati 19.44 miliardi. Tra le iniziative più attinenti agli Its, la riforma degli istituti tecnici e professionali, che dovrà incontrare «la domanda di competenze che proviene dal tessuto produttivo del Paese» accogliendo i dettami di “Industria 4.0”, ma anche quella delle classi di laurea, che andrà in direzione dell’allargamento dei settori disciplinari esistenti e della flessibilità nella programmazione dei singoli corsi triennali, e l’introduzione delle lauree abilitanti, che coincideranno con l’esame di stato per velocizzare l’accesso al mondo del lavoro.

Giuseppe Del Signore

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