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Inflazione / La tassa occulta e iniqua a Pavia colpisce di più

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L’inflazione ha raggiunto l’11.8% e il divario tra l’aumento dei prezzi e i salari nei primi nove mesi del 2022 è stato del 6.6%.

Di fatto questo vuol dire che fatta 100 una spesa a fine 2021, quella stessa spesa ora costa 118 euro.

Un aumento dei prezzi che, secondo l’Istat,

rimane a livelli che non si vedevano da marzo 1984

quando raggiunse il +11.9%. L’ultima rilevazione è relativa al mese di novembre e segnala un quadro stabile «dopo la brusca accelerazione di ottobre», tanto da spingere l’Istituto di statistica a ipotizzare che «se nei prossimi mesi continuasse la discesa in corso dei prezzi all’ingrosso del gas e di altre materie prime, il fuoco dell’inflazione, che ha caratterizzato sin qui l’anno in corso, potrebbe iniziare a ritirarsi».

Araldo PP Inflazione Pavia - Istat prezzi
fonte – Istat novembre 2022

NEL CARRELLO Determinante sarà l’andamento di alcune componenti che gli italiani non possono fare a meno di acquistare, a partire dall’energia, tanto il mercato libero (il rialzo dei prezzi è passato da +79.4% a +69.9% nell’ultimo mese) quanto quello tutelato (in rialzo, da +51.6% a +56.1%), per proseguire con gli alimentari non lavorati (da +12.9% a +11.3%) e lavorati (da +13.3% a +14.4%), con i trasporti (da +7.2% a +6.8%). A spingere il carovita sono soprattutto luce, gas e alimenti, l’inflazione di fondo al netto di queste componenti è +5.7%, con un’accelerazione rispetto al +5.3% di ottobre. Se si considera l’inflazione acquisita – ovvero la variazione che si avrebbe se gli indici non cambiassero più fino alla fine dell’anno – per tipologia di spesa, quelle per l’abitazione segnano +35.1%, seguite da quelle per trasporti (+9.7%), prodotti alimentari (+9.1%), servizi ricettivi e di ristorazione (+6.3%), mobili e articoli per la casa (+5.2%), mentre rimangono stabili quelle per istruzione (+0%) e salute (+0.8%).

SITUAZIONE LOCALE Questo è il quadro nazionale, a cui la provincia di Pavia aggiunge due elementi specifici: i salari più bassi della Lombardia e un aumento del costo della vita più marcato. Secondo l’Osservatorio Jobpricing, che considera solo il lavoro dipendente e non i liberi professionisti, il territorio pavese è 48esimo in Italia, con 28288 euro lordi l’anno contro i 35724 della città metropolitana di Milano, e soprattutto con un’ascesa dei prezzi, stimata nel capoluogo dall’Unione nazionale consumatori, che a livello qualitativo è simile alla media italiana (+11.7%), ma a livello quantitativo è superiore a tutte le altre della Lombardia tranne Mantova.

SCELTE Tutti questi numeri costringono a ricalibrare il bilancio familiare, anche perché, spiega l’Istat, «nel periodo gennaio-settembre 2022, la retribuzione oraria media è aumentata dell’1.0%, incremento più consistente di quello registrato per lo stesso periodo nel 2021 (pari allo 0.6%)», ma anche se nel terzo trimestre 2022 l’aumento tendenziale è più sostenuto rispetto al precedente, soprattutto «nei settori dell’agricoltura, dell’industria e della pubblica amministrazione, per effetto, in quest’ultimo settore, dell’applicazione dei primi rinnovi del triennio 2019-2021», resta una differenza di -6.6% tra questo e quello dei prezzi. Che si traduce in minori consumi: Coldiretti ha lanciato da settimane l’allarme e stima che circa un italiano su due ha “ridimensionato” il carrello alimentare, quasi uno su cinque ha ridotto la qualità, solo un terzo non ha modificato le proprie abitudini.

TASSA INIQUA Si tratta per lo più di chi è compreso nei quintili più ricchi della popolazione, poiché ad esempio l’Istat per il 2020 considera che

il reddito totale delle famiglie più abbienti è 5.8 volte quello delle famiglie più povere

in un contesto in cui dal 2007 i redditi in media si sono ridotti del 6.2%, con un impatto maggiore per le famiglie con più componenti (-11.7% per chi è in cinque) e quasi inesistente per quelle formate da un solo individuo (-0.6%), nonché per le famiglie italiane (-5%) rispetto a quelle con almeno uno straniero (-13.8%). L’inflazione si conferma una tassa occulta, di cui ci si rende conto non tanto per la singola spesa ma quando le si considera nel complesso, e iniqua perché, non essendo progressiva e toccando beni di cui non si può fare a meno, erode soprattutto i risparmi di chi è più povero. Infatti ben 6 famiglie italiane su 10 sarebbero in difficoltà qualora dovessero affrontare una spesa imprevista di 10mila euro.

Giuseppe Del Signore

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