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Contagi Vigevano / Positivi e ricoveri in diminuzione anche in Lomellina

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Coronavirus Vigevano - quarta ondata

Coronavirus, prove di “recessione”? Nell’ultima settimana

in Italia e in Lombardia i positivi sono in lieve diminuzione dopo circa un mese di crescita, anche se l’aumento dei contagi si mantiene stabile

a livello provinciale (+2.2%), regionale (+2.2%) e nazionale (+3.0%, con uno scarto di 0.3% in miglioramento; dati all’11-04). Allo stato attuale sono circa 39mila i casi attivi lombardi a circa 1.27 milioni quelli italiani. «L’epidemia è in lieve miglioramento – si legge nell’ultimo monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità – La trasmissibilità, in diminuzione, continua a essere al di sopra della soglia epidemica, ma si osserva una lieve riduzione dell’incidenza». Nonostante questo altri fattori non hanno invertito l’inerzia: «Si conferma, contestualmente, un aumento rispetto alla settimana precedente del tasso di occupazione dei posti letto in area medica e una stabilizzazione del tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva».

IN OSPEDALE Questo si traduce in 42 pazienti ricoverati in rianimazione negli ospedali lombardi (-6.7%) e in 466 in quelli italiani (-3.5%), a fronte di 1104 e 10256 soggetti nei reparti covid (-0.3% e +0.1%), con un tasso di occupazione in area critica che è pari rispettivamente al 2% e al 5% e in area non critica all’11% e al 16%. A Vigevano i ricoverati sono 8, di cui 4 con insufficienza respiratoria/polmonite (di questi nessuno è in Cpap), i rimanenti 4 sono positivi ricoverati per altre patologie. In terapia intensiva ci sono 7 posti senza casi Covid.

IN LOMELLINA A livello di singoli comuni i nuovi contagiati restano sostanzialmente invariati a Vigevano (+2.0% contro il precedente +2.1%), Mortara (+1.4% contro +1.2%), Gambolò (+2.0% contro +1.6%), Pavia (+3.1% contro +3.3%), mentre si riscontra una leggera frenata a Garlasco (da +2.4% a +1.8%) e a Voghera (da +2.8% a +1.9%). Per quanto riguarda i decessi, sono 10 le vittime in Provincia (+0.3%), una in più rispetto a sette giorni fa, uno scarto inferiore rispetto a quello regionale (+0.4%, in lieve accelerazione) e a quello nazionale, che è doppio (+0.6% stabile da oltre un mese), per un totale di 2991 morti pavesi con diagnosi di Covid-19 e oltre 160mila italiani, al netto dell’eccesso di mortalità verificatosi nel 2020 e che per l’area pavese porta ad aggiungere circa altre 550 persone. Se il numero dei decessi resta alto a livello quantitativo, 145 in una settimana in Lombardia e 954 in Italia, si tratta comunque di cifre inferiori rispetto a dodici mesi fa (604 e 32869) e soprattutto è molto inferiore la mortalità: nello stesso periodo di aprile 2021 moriva lo 0.6% dei positivi sia nel contesto regionale sia in quello nazionale, oggi si è allo 0.09% e allo 0.07%.

NO MASK In un contesto in cui la pandemia, pur in presenza di un numero di positivi superiore a quello delle precedenti ondate, sembra lasciare spazio alla normalità, si accende il dibattito sull’uso della mascherina a scuola: anche se è previsto l’obbligo fino al termine dell’anno scolastico, quindi lezioni ed esami inclusi, e il Ministero dell’istruzione ha ribadito di non voler cambiare linea, c’è chi vorrebbe un ripensamento, nonostante il rischio di non indossarla negli spazi chiusi e nonostante l’Iss nel report scriva che «la fascia di età che registra il più alto tasso di incidenza settimanale per 100mila abitanti è la fascia 10-19 anni». Con le dovute proporzioni rispetto a due realtà diverse, basterebbe vedere quanto è successo del Regno Unito, dove non è più mandatorio metterla sugli aerei: Easyjet e British Airways hanno registrato un numero elevato di casi tra il personale, al punto da spingere alla cancellazione di centinaia di voli in Gran Bretagna e in Europa.

Giuseppe Del Signore

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