Home Primopiano Salute Coronavirus – La grande peste e le sue “sorelle”

Coronavirus – La grande peste e le sue “sorelle”

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Danza macabra
Danza macabra

Le epidemie sono una paura ancestrale dell’umanità e il timore che originano attraversa i secoli, riportando a un tempo in cui il genere umano non aveva ancora beneficiato né della rivoluzione scientifica né di quella industriale, e non aveva ancora rotto il vincolo che lo teneva sotto il giogo della selezione naturale. La più grave di tutte fu la peste nera del Trecento, l’evento più traumatico della storia umana. Solo in Europa si stima che il morbo uccise un terzo della popolazione del continente, colpendone il 60%; gli storici ritengono che nel XIV secolo sul territorio europeo ci fossero tra i 75 e gli 80 milioni di abitanti, dunque all’incirca tra 22.5 e 24 milioni di morti e tra 45 e 48 milioni di contagiati. Neppure la seconda guerra mondiale ha avuto un impatto simile – causando sì all’incirca 55 milioni di morti, altre stime ne ipotizzano 70, ma su una popolazione mondiale che aveva superato da tempo 1.5 miliardi di unità – basta leggere la testimonianza che ne diede Boccaccio nel Decameron per averne un’idea:

Era con sí fatto spavento questa tribulazione entrata ne’ petti degli uomini e delle donne, che l’un fratello l’altro abbandonava ed il zio il nepote e la sorella il fratello e spesse volte la donna il suo marito, e che maggior cosa è e quasi non credibile, li padri e le madri i figliuoli, quasi loro non fossero, di visitare e di servire schifavano».

IL LASCITO Un evento capace di lasciare tracce ancora oggi visibili, non a caso il termine “peste” è diventato d’uso comune, così come non è casuale che a galassie di distanza in Star Wars l’astronave simbolo dell’Impero si chiami “Morte nera”, oppure che le schiere di zombie in stile “The walking dead” somiglino così tanto alle raffigurazioni della danza macabra e del trionfo della morte che troviamo negli affreschi trecenteschi. Proprio la pandemia

– il batterio yersinia pestis iniziò il suo viaggio dalla Cina e arrivò in Europa con l’esercito mongolo, che assediava l’emporio genovese di Caffa in Crimea e usò i cadaveri dei propri soldati appestati come arma batteriologica ante-litteram, e da lì raggiunse i porti cristiani sulle navi genovesi –

cambiò in maniera radicale il modo di percepire la morte. I cadaveri giacevano abbandonati per giorni, trasportati uno sopra l’altro su carri diretti a roghi e fosse comuni, e questo influenzò la rappresentazione del tema funebre; fino ad allora caratterizzato da una certa serenità, vide l’irruzione di schiere di scheletri e della Morte a cavallo che mieteva vittime con la sua falce, scene che si ritrovano oggi nei videogiochi fantasy. Ci furono altresì eredità positive: fu durante la pestilenza che vennero introdotti per la prima volta la quarantena – modellata sulla quaresima – e i lazzaretti, prime strategie per controllare il contagio. Dalle ceneri della crisi del Trecento sorsero umanesimo e rinascimento, oltre allo sviluppo socio-economico che portò alla nascita degli stati nazionali e lanciò la cristianità, come si riconoscevano gli europei all’epoca, a esplorare il mondo.

LUNGO LA STORIA E questa non fu la prima epidemia della storia, basti ricordare quella che colpì l’impero romano nel secondo secolo durante il regno di Marco Aurelio, avviando il declino che avrebbe concorso al crollo di Roma tre secoli dopo, oppure la peste di Atene, che nel 430 a.C. destabilizzò la polis greca durante la guerra del Peloponneso, uccidendo Pericle. Epidemie, carestie, guerre sono stati i tre fenomeni che hanno svolto la funzione di regolatore della popolazione umana per millenni, spesso tutti e tre compresenti. Nel Cinquecento e nel Seicento, all’indomani della “scoperta” dell’America, le popolazioni autoctone del nuovo mondo sperimentarono l’impatto di agenti patogeni su una comunità che non ha anticorpi per difendersi: lo “scambio colombiano” portò nel vecchio continente il pomodoro e la patata, il percorso inverso fecero virus e batteri, che decimarono gli amerindi, scatenando un autentico genocidio. Ad Haiti all’arrivo degli europei si trovavano circa 8 milioni di persone, nel 1570 ne rimanevano poche centinaia, in Messico si passò dai 25 milioni di nativi del 1519 ai 750mila del 1630, in Perù da 9 milioni nel 1532 a 672mila nel 1683. Nei secoli le condizioni igieniche sono migliorate in maniera graduale, ma le epidemie non sono scomparse: il vaiolo, virus per contrastare il quale fu sviluppato il primo vaccino della storia da Edward Jenner a partire da un’intuizione di lady Mary Wortly Montagu, è stato dichiarato eradicato nel 1980, il colera è considerato endemico in diversi paesi del mondo e la settima pandemia di questa patologia è iniziata nel 1961 ed è ancora in corso, mentre la prima durò dal 1817 al 1823. Neppure la peste è scomparsa, secondo il portale Epicentro dell’Iss si registrano ogni anno tra 1000 e 3000 casi nel mondo.

Giuseppe Del Signore

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