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Gambolò esce dal Clir. Probabile uscita di altri Comuni

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Crescono del 18% le tariffe del Clir e il comune di Gambolò ha deciso di lasciare l’ex consorzio lomellino. Nei prossimi giorni altri paesi potrebbero seguire la decisione presa dall’amministrazione guidata dal sindaco Antonio Costantino, che già da tempo aveva manifestato la volontà di lasciare il Clir. Al momento si tratta soltanto di dare il servizio in appalto e non più con l’affidamento diretto alla municipalizzata lomellina, ma il sindaco di Gambolò non esclude che in un domani non ci possa essere anche una cessione delle quote. L’aumento, che era già stato annunciato in estate, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, assieme alla mancata discussione in assemblea di un progetto di riforma del Clir che era stato da tempo caldeggiato da Gambolò. L’ipotesi è quella di usare il Clir come un vera e propria centrale degli acquisti che consenta di gestire il servizio esternalizzandolo, tenendo ferma la tutela dei posti di lavoro.
«Al momento – dice la presidente del Clir Federica Bolognese – non ci è arrivato niente di scritto, ma non siamo contrari di principio a nessuna nuova proposta. L’abbandono di Gambolò, come quello di altri comuni non ci fa di certo piacere». I punti in questione sono però diversi e soprattutto a pesare è l’aumento delle tariffe.«La decisione – dice Bolognese – è stata presa dal cda e in tutta franchezza non possiamo dire a cuor leggero che siamo stati contenti di questo aumento. Abbiamo comunque un budget di tendenza negativa e molte voci di costo. Noi non possiamo intervenire più di tanto su queste, perché ci occupiamo solo della raccolta e non dello smaltimento». Con gli aumenti arriveranno anche i contratti che al momento al Clir non sono ancora stati stipulati con la maggior parte delle amministrazioni comunali. Solo 8 dei comuni serviti da Clir oggi hanno un contratto che li lega all’ex consorzio lomellino. «Sarà un contratto standard – continua Bolognese – che sottoporremo alle amministrazioni e anche i contratti già in essere dovranno subire delle revisioni dal momento che sono stati stipulati prima che entrasse in vigore la legge Madia. In questo modo avremo la possibilità di sanare una situazione che era anomala».

Andrea Ballone

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