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Il Politecnico di Torino all’Acta di Ferrera

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Sono arrivati giovedì alla discarica Acta di cemento amianto, al confine tra Ferrera e Sannazzaro, i tecnici del Politecnico di Torino per la visita imposta dal Tar. Il sopralluogo dei tecnici delll’Università piemontese aveva l’obiettivo di valutare gli aspetti tecnici e di compatibilità ambientale dell’impianto come previsto dal Tribunale Amministrativo in merito al ricorso dei Comuni. La visita era prevista la scorsa primavera, ma il lockdown imposto a causa dell’emergenza Coronavirus ha imposto un rinvio a questa settimana. «Attendevamo la visita, giorno in cui i tecnici hanno avuto l’opportunità di vedere e, speriamo accertare, ancora una volta, la bontà del nostro progetto. Siamo a disposizione dei tecnici incaricati dal Tar – dice l’amministratore di Acta, Francesco Minghetti – per fare chiarezza su come viene gestita la discarica. Intanto noi abbiamo incaricato Raffaello Cossu dell’Università di Padova, esperto in ingegneria ambientale, perchè faccia da intermediario tra noi e il Politecnico. La sua professionalità ci permetterà di valutare attentamente la relazione che verrà stilata dal Politecnico. Concordiamo con la decisione del Tar di far verificare a tecnici terzi, come quelli dell’importante Università piemontese, se l’impianto rispetta ambiente e salute, come sosteniamo sin dai primi giorni del progetto». Non si è fermata, invece, l’attività del Comitato di salvaguardia del Comune di Ferrera Erbognone. «I contatti con i membri tecnici del comitato – spiega Minghetti – sono stati mantenuti anche nel periodo cruciale del Covid. Ovviamente nel rispetto delle disposizioni abbiamo fornito loro le informazioni che ci hanno richiesto in materia di tutela ambientale e della salute. Come sempre è nostra intenzione essere il più trasparenti possibile con i Comuni e i cittadini”. Ad oggi sono state ritirate circa 50mila tonnellate di cemento amianto. “Abbiamo rallentato il ritiro – spiega Minghetti – nelle fasi cruciali dell’emergenza virus per garantire il rispetto delle norme imposte dal Governo. Ma, salvo qualche giorno di chiusura a marzo, abbiamo continuato comunque a ritirare con ritmi ridotti. Giornalmente vengono conferiti soltanto 5 mezzi dei 10 previsti».

Stefano Calvi

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