Passi carrai il grande pasticcio, ma si stanno cercando soluzioni. E soprattutto non va pagato l’anno 2023, mentre per 2021 e 2022 (da pagare entro gennaio) si sta valutando cosa sarà possibile fare. Il problema è però chiaro; fino ad ora i passi carrai a raso non hanno mai pagato nulla, mentre ora si pagano. E retroattivamente dal 2021. L’inghippo arriva dalla Legge finanziaria 2020 che ha istituito il Canone unico patrimoniale a partire dal 2021 che non è altro che l’unione di precedenti balzelli come Tosap e Cosap (Tassa occupazione suolo e aree pubbliche e passi carrai).
Era poi il Comune a valutare, nel 2021, esenzioni. E l’amministrazione guidata da Marco Facchinotti non applicò alcuna deroga ed esenzione e quindi, di fatto, aprendo la strada alla tassazione di tutti i passi carrai anche quelli a raso che precedentemente erano esenti.
ALLA RICERCA DI UNA SOLUZIONE Ma restano da pagare entro fine gennaio il 2021 e 2022. «Per il 2021 e 2022 non possiamo promettere alcun rimborso – spiega l’assessore Renato Ferraris – certamente mi prendo l’impegno di valutare tutte le strade percorribili, l’intenzione è di non pesare sul portafoglio dei cittadini. Stiamo cercando una soluzione. Un’ipotesi potrebbe essere di applicare uno sconto sull’Imu pari a quanto versato per i passi carrai a raso. Ma sono solo ipotesi. La materia è complessa, ma assicuro che stiamo lavorando per trovare una soluzione». Una bella tegola che l’amministrazione precedente ha lasciato in eredità alla nuova maggioranza Gerosa. Se nell’aprile 2021 l’allora maggioranza Facchinotti avesse confermato l’esenzione per i passi carrai a raso, senza mettere le mani nei portafogli dei cittadini e ascoltato le opposizioni, si sarebbe evitato tutto questo problema. Mentre ora si cercano rimedi, uno certo c’è, cioè il ritorno dell’esenzione per dal 2023, mentre per 2021 e 2022 (da pagare entro fine mese) tutto resta incerto.
Giorgio Giuliani