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Centri anti-violenza, sos Covid

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Il fenomeno della violenza sulle donne, piaga sociale di livello mondiale, si è maggiormente acuito in questo drammatico periodo di pandemia. Le donne, a causa della presenza del maltrattante in casa, hanno dovuto forzatamente sospendere la comunicazione con i Centri antiviolenza e hanno incontrato grandi difficoltà a chiamare in caso di emergenza. Con loro hanno sofferto i minori, che oltre ad essere costretti in casa, lontano dalla scuola e dai e dalle compagnie, hanno assistito a violenze di vario tipo, agite dal maltrattante (quasi sempre il loro padre) sulla propria madre e sovente anche dirette a loro stessi.

É quanto emerso dall’incontro dibattito tenuto in video conferenza sulla piattaforma zoom martedì scorso, organizzato in occasione della ricorrenza della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne (25 novembre) dal Rotary eClub 2050 e dal Rotary Club Mede Vigevano, dal titolo “Fili rossi di solidaretà: accanto alle donne che subiscono violenza. Non solo il 25 novembre”. I relatori sono stati Nicla Spezzati, presidente del Centro Antiviolenza Kore di Vigevano e Sergio Calabrese, che ha presentato il libro “Vite sospese” i cui proventi andranno a favore di Cooperativa Kore. All’incontro, moderato da Rossella Buratti, consigliere del Rotary eClub 2050 e referente del progetto “Fili Rossi di solidarietà”, ha partecipato Nunzia Alessandrino, assessore alle Pari opportunità del Comune di Vigevano.

violenza genere - Nicla Spezzati
Spezzati

«L’anno scorso abbiamo preso in carico una settantina di donne – spiega Nicla Spezzati – che si sono rivolte al centro antiviolenza. A queste vanno aggiunte le 80 di quest’anno, di cui 68 da inizio ottobre, e 200 telefonate di donne che poi non si fanno più sentire. Il 75% delle donne che seguiamo ha dei minori a carico che vanno accompagnati, a volte loro stessi abusati dal genitore: è un mondo che si sta aprendo. Solo nell’ultimo mese abbiamo avuto una trentina di richieste. Quando una donna riesce anche a denunciare, ad intraprendere un progetto presso un Centro antiviolenza, ad ottenere sostegno legale e psicologico, per emergerne totalmente deve diventare autonoma: ossia capace di gestire sé stessa ed i suoi figli con il proprio lavoro e potendo mantenere anche un’abitazione. Nella maggior parte le donne che contattano i vari Centri antiviolenza hanno scarsa autonomia economica in casa,

perché una delle prime azioni del maltrattante per legarla ancora di più a sé è proprio quella di togliere loro ogni disponibilità economica.

La donna perde il lavoro, non ha accesso al conto corrente, deve chiedere ogni volta il permesso di acquistare anche i beni di prima necessità. Qualora poi la donna avesse anche un lavoro e fosse autonoma, ma dovesse spostarsi lontano perché risulta ad alto rischio, dopo l’uscita dalla Casa Rifugio dovrà reinventarsi la vita e ritrovare una nuova autonomia».

Il progetto “Fili rossi di solidarietà” è stato ideato dal Rotary Club 2050 nel mese di giugno 2020 con l’obiettivo immediato di offrire un supporto economico a donne in difficoltà: al termine della scorsa annata rotariana (30 giugno), il Governatore del Distretto 2050 ha messo a disposizione di tutti i Club del Distretto dei pacchetti di buoni spesa da 20 euro, spendibili presso supermercati Conad, da utilizzare in favore di famiglie bisognose. Il Rotary eClub 2050 ha proposto agli altri eClub del Gruppo Po, Nuove Frontiere e Millennials, di sostenere un nucleo famigliare costituito da una mamma con minori, presa in carico dai Centri Antiviolenza presenti nelle città di residenza di alcuni soci: Vigevano e Brescia (eClub 2050), Codogno (Nuove Frontiere) e Mantova (Millenials), tutte località particolarmente colpite dall’emergenza Covid- 19.

Si è quindi preso una primo contatto con la presidente del Centro Antiviolenza Kore di Vigevano, Nicla Spezzati, la quale a sua volta ha contattato l’Associazione L’Orsa Minore che gestisce il Centro “La metà di niente” di Lodi (con uno sportello a Codogno), quindi il Centro Antiviolenza della Cooperativa Sociale “Centro Donne” di Mantova e “La Casa delle donne” di Brescia, le cui presidenti si sono dimostrate tutte entusiaste per il coinvolgimento nell’iniziativa. I soci si sono, quindi, recati presso i centri antiviolenza della propria città e hanno provveduto alla consegna di pacchetti di buoni per un valore ciascuno di € 160. A loro volta le Presidenti dei 4 Centri antiviolenza hanno provveduto alla consegna dei buoni a 4 nuclei famigliari da loro individuati secondo caratteristiche di particolare disagio economico e sociale e di presenza di figli minori. In tutte e 4 le città il Service ha avuto un buon risalto mediatico.

Buratti (Coordinamento Volontariato)

«Oltre al beneficio economico per le destinatarie dei buoni – spiega Rossella Buratti – il progetto è nato anche con l’obiettivo ulteriore di “adottare” le 4 mamme con figli, seguendole nel tempo e nei loro bisogni, condividendo insieme a loro tutto il faticoso e drammatico percorso di fuoriuscita dalla violenza, ovviamente sempre tramite gli operatori dei Centri Antiviolenza e nel rispetto del più assoluto anonimato ». Come era nelle intenzioni, è stata data continuità a questo progetto: l’Eclub 2050 ha deciso di donare un pacchetto di 20 Voucher di Natale, del valore complessivo di 500 euro, cui Conad aggiungerà il 10%, alle mamme “adottate” dal Service nelle città di Vigevano e Brescia, tramite i rispettivi Centri Antiviolenza. E un capo dei “fili rossi” è stato raccolto anche dal Rotary Mede Vigevano, che parteciperà al Service con una elargizione di buoni spesa. Si è creata quindi una bella sinergia fra un “Club elettronico”, il Rotary eClub 2050, costituito da soci che abitano in differenti città e che si riuniscono solo con modalità interattive e un “Club di terra”, il Mede Vigevano, i cui soci si sono sempre riuniti in presenza fino all’emergenza sanitaria, che ha cambiato anche le loro modalità di interazione. Con questo progetto i soci dei due Club hanno voluto mettere insieme le risorse per intervenire in maniera fattiva su emergenze sociali del territorio.

Davide Zardo

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