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Esame alle medie, parlano i dirigenti

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Esame di terza media 2020: niente prove solo discussione online. L’esame non sarà più composto da tre prove scritte e da un colloquio multidisciplinare ma verrà sostituito dalla sola valutazione finale del Consiglio di classe, che visionerà un elaborato dei candidati da consegnare prima della fine dell’attività didattica. Quest’ultimo dovrà essere concordato con i docenti e sarà mirato a valorizzare il percorso svolto da ciascun candidato. E’ attesa un’ordinanza ministeriale che chiarirà i seguenti punti: il tipo di elaborato che dovranno fare gli studenti; le modalità e i criteri per l’attribuzione del voto finale. E’ probabile che l’elaborato richiesto sarà una tesina. Abbiamo chiesto ai dirigenti scolastici del territorio una loro valutazione capace di tracciare un bilancio dell’esperimento della didattica a distanza e delle ipotesi di fine scuola.

La dirigente Giovanna Montagna
Giovanna Montagna

Giovanna Montagna dirigente dell’Ic di viale Libertà puntualizza: «Relativamente alla Didattica a distanza, il bilancio è assolutamente positivo L’impegno dei docenti, compresi quelli di sostegno, è stato straordinario e la risposta dei nostri alunni assolutamente lodevole. Si sono sperimentate nuove modalità didattiche che sicuramente risulteranno preziose e utili anche dopo il periodo del lockdown. In tutti gli ordini di scuola, dall’infanzia alla secondaria, gli alunni hanno realizzato attività che sono pubblicate anche sul nostro account Facebook, IC Viale Libertà Vigevano. Si sta ora procedendo alla valutazione secondo criteri che riconducono a una valutazione formativa, una valutazione per l’apprendimento che ha, nella sua progettazione e pratica, come prima priorità lo scopo di promuovere l’apprendimento degli studenti». Per quanto riguarda gli esami conclusivi del primo ciclo, prosegue la dirigente «concordo con quanto evidenziato dal presidente dell’Anp: le proposte che emergono dalle bozze dell’ OM sono irrealizzabili nei tempi previsti: a mio avviso vanno rispettati i tempi tradizionali che vedono la discussione dei lavori degli studenti candidati dopo gli scrutini e non prima, altrimenti sarebbe in discussione lo svolgimento dell’attività didattica a distanza».

Pietro Chierichetti

Pietro Chierichetti, dirigente scolastico delll’Ic di via Anna Botto spiega: «Personalmente sono stato fin dall’inizio stupito della capacità dei miei insegnanti di attivare una proposta adeguata, interessante e a tratti anche innovativa. La scuola secondaria ha potuto rispondere da subito all’emergenza con attività di didattica a distanza di qualità perché aveva già implementato sistemi di attività didattica online come l’utilizzo di GSuite (attività integrative alla didattica tradizionale fino al 26 febbraio poi diventate sostitutive). Alla scuola primaria ci siamo attrezzati in modo diverso. In una prima fase abbiamo risposto all’emergenza erogando attività di vario tipo poi abbiamo creato account GSuite agli alunni anche per attività sincrona mantenendo sempre un contatto costante con le famiglie perché ovviamente, soprattutto i più piccoli, hanno minore autonomia nell’uso dei dispositivi e dei sistemi: in certi casi si sono attivate autentiche comunità di pratica e di sperimentazione tra le insegnanti con proposte davvero innovative ed efficaci. Anche all’infanzia le docenti si sono attivate fin da subito: ovviamente per questo ordine di scuola le attività sono di carattere più ludico, ma ho potuto osservare proposte efficaci e interessanti. Anche per i più piccoli la proposta è stata costante. Posso dire in definitiva che da una parte come istituto eravamo pronti a fare didattica a distanza perché in possesso della strumentazione e del necessario know-how, per cui devo esprimere un ringraziamento e un apprezzamento al mio predecessore Alberto Panzarasa per il lavoro fatto negli anni; dall’altra parte come dirigente ho attivato tempestivamente proposte di formazione per gli insegnanti specificamente dedicate alla Dad e agli strumenti che utilizziamo nonché fornito strumentazione hardware per gli alunni più in difficoltà. Un nostro punto di forza è stato sicuramente selezionare con attenzione e fin da subito gli strumenti di erogazione, limitandoci a quelli “istituzionali” condivisi con l’utenza e “sicuri” rispetto a questioni di privacy e funzionalità: abbiamo mantenuto fin dall’inizio gli stessi strumenti garantendo così anche alle famiglie un percorso di adattamento e conoscenza degli strumenti stessi. Abbiamo cercato di procedere in modo ordinato, stabilendo dei paletti e delle procedure per le attività garantendo una comunicazione chiara e tempestiva».
Riguardo alla decisione finora presa riguardo agli esami conclusivi del primo ciclo, «stanno circolando delle bozze che il Ministero ha inviato al Consiglio superiore della pubblica istruzione. Trovo che sia stata fatta una proposta che tiene conto delle criticità e possa funzionare: l’unico problema che ho rilevato è la tempistica per la gestione della modalità alternativa dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo. Pensare di chiudere tutta la procedura entro il termine delle attività didattica (cioè 8 giugno) è davvero complesso e auspico un allungamento della tempistica. Apprezzo invece delle bozze la capacità di tenere insieme la necessaria valutazione degli alunni con la situazione emergenziale creatasi nelle scuole».

Massimo Camola

Massimo Camola, dirigente all’Ic di via Valletta Fogliano, commenta «L’improvviso mutamento della situazione ha costretto le nostre scuole a far convergere tutte le pratiche di didattica mediata dalle tecnologie già avviate nell’alveo della Didattica a distanza. Inevitabilmente l’avvio è stato faticoso: è stato lo sforzo di riparare un aereo dopo che è decollato. Il primo step organizzativo è stato effettuare una ricognizione di quanto già in essere nelle nostre scuole, dopo di che è stato possibile iniziare, sulla base delle competenze già possedute dai docenti, a raggiungere tutti gli alunni, cercando di garantire quantomeno la maggiore vicinanza anche dal punto di vista emotivo e non solo didattico in senso stretto. È possibile tentare di tracciare un primo bilancio, i cui elementi salienti sono la solerzia degli insegnanti tutti, la disponibilità dei rappresentanti di classe nell’agevolare il contatto con le famiglie, l’uso sistematico degli strumenti telematici disponibili. Il supporto anche operativo della Segreteria ha in qualche caso reso possibile “riagganciare” gli studenti difficili da raggiungere. È stato anche possibile, pur dovendo subire le difficoltà logistiche e le tempistiche inevitabilmente dilatate di approvvigionamento, provvedere alle necessità degli alunni che non disponevano di strumenti tecnologici: dal generoso interessamento della Fondazione di Piacenza e Vigevano all’utilizzo di alcune risorse già disponibili e di altre acquistate con i finanziamenti arrivati dallo Stato, gli alunni le cui famiglie hanno fatto richiesta, sono stati finalmente dotati di device in comodato d’uso per seguire le attività di didattica a distanza. Si sta andando verso la fine dell’anno scolastico con diversi interrogativi che dovranno essere sciolti anche dalle tanto attese ordinanze ministeriali. Senz’altro, pur con fatica e con un grosso sforzo di adattamento, la scuola nella sua interezza ha fatto una grossa e significativa esperienza sul campo: non c’è stato modo di prepararsi, ma solo di agire. In questi giorni l’attesa più forte è senz’altro per comprendere quali siano le condizioni e le modalità per concludere il primo ciclo dell’istruzione, l’esame di terza media. Circolano bozze e anticipazioni sul testo dell’ordinanza ministeriale che dovrebbe disciplinare questo momento di chiusura del ciclo di studi. Le modalità di svolgimento a distanza e il ruolo che si prefigura centrale dei consigli di classe (che dovrebbero indirizzare gli studenti alla stesura di un elaborato che consenta loro di mettere in evidenza acquisizioni e competenze) andranno ben precisate ed interpretate in modo da agevolare la stesura di un bilancio il più possibile realistico e fedele del percorso didattico. È evidentemente una novità e la speranza è di offrire la migliore opportunità di dimostrare cosa è entrato nel loro bagaglio di formazione nell’arco dell’intero triennio. Un fattore di complessità potrebbe essere senz’altro, sulla base delle anticipazioni, la migliore articolazione degli impegni in un calendario che sembrerebbe essere non troppo agile e complesso da definire. L’auspicio è, ovviamente, che sia possibile operare garantendo ai nostri ragazzi la massima serenità nell’affrontare questo delicato passaggio».

Isabella Giardini

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