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Servizio civile in Caritas, l’esperienza dei ragazzi

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«Quest’esperienza in Caritas è stata per noi una sorta di rinascita, crescita e cambiamento». Questo non è uno slogan per invogliare i giovani a mandare la domanda al servizio civile, ma si tratta della testimonianza diretta di tre giovani che stanno vivendo la loro esperienza nella Caritas diocesana di Vigevano e che hanno deciso di raccontarla a L’Araldo.

Nonostante siano parecchie le notizie di come quest’anno siano in deciso calo le domande inviate per il servizio civile universale (a cui è ancora possibile candidarsi fino al 10 febbraio), molti giovani che stanno vivendo questa esperienza, e che si trovano ormai a metà del loro percorso lavorativo, fanno un bilancio del loro “viaggio”, sottolineando come questa esperienza sia servita ad arricchirli sia lavorativamente, sia personalmente.

FORMAZIONE «Il mio servizio civile sta andando più che bene – racconta Fabio Picci, uno dei ragazzi impiegati presso la Caritas di Vigevano – innanzitutto mi ha colpito il fatto che abbiamo la possibilità di fare cose nuove, di interfacciarci con nuove mansioni e di essere all’interno di un ambiente familiare che ci aiuta e ci supporta». Un percorso, quello del servizio civile in Caritas, che è supportato da un periodo iniziale di formazione che affianca e istruisce i giovani su tutti quelli che saranno gli aspetti fondamentali dell’attività vera e propria sul campo. «Abbiamo fatto un periodo di formazione prima di buttarci nel servizio civile vero e proprio – dichiara Matteo Cannistraci, anche lui coinvolto nel progetto di Caritas – e questo secondo me è un grande valore aggiunto che permette di toccare tantissime tematiche: dalle tecniche d’ascolto, alla sensibilizzazione, tutti consigli che ci aiutano nelle nostre attuali attività».

Vigevano Caritas - operatori Servizio Civile
gli operatori del Servizio civile della Caritas diocesana

IMPRONTA POSITIVA Si tratta di un’esperienza, quella in Caritas, che lascia un’impronta positiva nel cuore dei ragazzi che hanno avuto modo di scegliere questa strada vista come trampolino verso il futuro. «Tutta questa formazione e attività che stiamo facendo nel corso di quest’anno – continua Fabio – ci serviranno sicuramente anche per il dopo e questo è un qualcosa che resta e che ci aiuta a costruire un profilo migliore per noi stessi, ma anche per la società dove viviamo. Anche solo una persona con consapevolezza, infatti, serve per cambiare seppur leggermente le cose». Stessa cosa per Monica, anche lei servizio civilista nella Caritas vigevanese e studentessa di scienze dell’educazione presso la Bicocca. «Le aspettative di partenza che avevo per questo servizio civile erano sicuramente alte – racconta Monica Quaroni – e se devo fare un resoconto di metà anno, posso dire che sono state soddisfatte a pieni voti. La mia scelta di fare servizio civile qui, oltre ad essere legata al mio percorso di studi, è stata una scelta voluta e consapevole, ma soprattutto di cuore. Qui ho modo di interfacciarmi con una grande varietà di attività che arricchiscono il mio bagaglio personale».

ATTIVITÀ Sono infatti molti i compiti che i ragazzi svolgono durante il loro anno di servizio civile in Caritas. «Se si sceglie di fare questo percorso in centro d’ascolto – prosegue Matteo – si fanno tantissime cose, basti pensare alle chiamate in sede a fissare gli appuntamenti, alla rassegna stampa il mercoledì mattina, fino al lavoro nel centro di distribuzione il giovedì e venerdì. Si tratta di un’esperienza a tutto tondo che forma in ogni aspetto i giovani che la scelgono». Un aspetto su cui concordano tutti i ragazzi, i quali hanno avuto un riscontro più che positivo nell’esperienza presso la Caritas diocesana e che sperano possa invogliare altri giovani. «Scegliere questa strada è stato un modo per rafforzare il mio percorso di studi insieme a quello personale – continua Monica – i progetti a cui lavoriamo sono tanti e, oltre a darci la possibilità di aiutare le persone, ci permettono di metterci sempre in gioco. È per questo che andiamo a fare incontri con le scuole, in modo da invogliare altri ragazzi a intraprendere questo percorso, per cui sono sicura non si pentiranno».

Rossana Zorzato

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