Il Natale per la comunità ortodossa e cristiano copta

Anche la comunità ortodossa vigevanese si prepara a festeggiare il Santo Natale. Per loro, però, la festa della nascita di Gesù non è ancora un giorno imminente, ma si celebrerà nel 2024, appena dopo quella che per i fedeli cattolici è l’Epifania.

CALENDARIO GIULIANO «La Chiesa ortodossa – racconta infatti padre Sergio Mainoldi, sacerdote della parrocchia vigevanese della Protezione della Santissima Madre di Dio – festeggia liturgicamente il Natale il 7 gennaio, data in cui si celebra sia la nascita di Gesù Cristo sia l’arrivo dei Re Magi e dei doni. Questa differenza tra cattolici e ortodossi sta nel fatto che la nostra Chiesa segue il calendario giuliano che, rispetto a quello gregoriano, ha una differenza di tredici giorni». Nella chiesa di San Carlo (gli ortodossi celebrano le proprie liturgie nell’edificio religioso di via Boldrini, messo a disposizione dalla Diocesi cattolica ducale dopo l’addio agli spazi a palazzo Riberia) questi sono comunque giorni di riflessione e preghiera. Lo scorso sabato 16 dicembre, lì si è celebrato anche l’Ufficio dell’Olio Santo, un momento di comunione particolarmente sentito dalla comunità ortodossa, a Vigevano composta prevalentemente da donne e uomini di origine ucraina, moldava e russa (ma non solo: tra i frequentatori della parrocchia ci sono anche romeni, bielorussi, greci, italiani, georgiani).

DIGIUNO Non ci sono solo la preghiera e l’attesa, nella preparazione al giorno della Natività. Dal 28 novembre, e fino al giorno di Natale, gli ortodossi sono tenuti a seguire un digiuno: una quaresima a tutti gli effetti, anche nel nome. «Il Natale ortodosso – rivela padre Mainoldi – è preceduto da una quaresima di quaranta giorni, più leggera rispetto di quella che precede la Pasqua. In origine anche in occidente c’era un tempo del digiuno precedente al Natale, e alcuni trattati risalenti al medioevo testimoniano la presenza di quattro tempi di quaresima nella chiesa latina, tempi che sono stati mantenuti nella tradizione ortodossa. Le quaresime sono una delle tradizioni che ci differenzia ora dai costumi cattolici, ma che in origine era condivisa anche dalla chiesa latina». Durante il digiuno sono esclusi carne, uova e latticini: in alcuni giorni è permesso il cibo cotto con olio (pasta o riso), in altri il pesce, in alcuni (1, 15, 27, 29 dicembre e 1 e 5 gennaio) sono consigliati solo pane, frutta e verdura, con il vino permesso sabato e domenica. La rigidità del proprio regime alimentare, comunque, va concordata con il sacerdote di riferimento o con il proprio padre spirituale, e le ristrettezze a tavola vanno in ogni caso accompagnate da preghiera e amore verso il prossimo. In assenza di questo, a poco servono le “penitenze” di un digiuno per entrare nello spirito del Natale.

Natale Cristiano Copto

Non tutti sanno che Natale si festeggia anche a gennaio. A condividere questa tradizione sono infatti le comunità cristiane copta e ortodossa, che si apprestano a celebrare la nascita di Gesù proprio nella giornata del 7 gennaio, un giorno dopo l’Epifania cattolica e dopo 43 giorni di “digiuno vegano”.

STORIA Una tradizione diversa dalla confessione cattolica e da quella protestante, comunità che celebrano la natività di Cristo nella data del 25 dicembre, ma che risiede comunque in una ragione storica. Le diverse date della celebrazione nel periodo moderno sono da collegarsi al cambiamento nel calendario. Se i cattolici seguono quello gregoriano, la chiesa copta segue l’antico calendario giuliano, introdotto da Giulio Cesare nel 46 a.C. Differenza che si spiega nella differenza di 13 giorni tra Natale cattolico e Natale copto.

COMUNITÀ Una confessione molto sentita anche a Vigevano e in Lomellina dove sempre più copti stanno scegliendo di stabilirsi nel territorio.

Come gli ortodossi, anche noi festeggiamo il 7 gennaio. – spiegava padre Daniele Makary – La liturgia del Natale è praticamente identica a quella celebrata dai cattolici, nonostante la nostra sia un po’ più lunga.

Differenze che, oltre a riguardare la liturgia, riguardano anche il periodo antecedente alla natività. Prima di poter celebrare il Santo Natale, la confessione copta prevede un digiuno di 43 giorni, in cui i fedeli si attengono a una dieta rigorosamente vegana. Un digiuno che è possibile seguire a partire dai quattordici anni di età.

a cura di Af, Rz.

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