La tragica eroina uscita dalla penna di Lev Tolstoj e la strega della mitologia greca si incontrano in un luogo da incubo, unite da due destini lontani ma complementari. Sabato sera, alle ore 21, il Ridotto del teatro Cagnoni ospiterà “La vendetta non è degli dei”, performance artistica di Mariateresa Bocca, Francesca Rifici e Rita Volpati (con Greta Cattaneo al pianoforte) organizzata da Astrolabio.
ANNA E MEDEA Cosa sarebbe successo se Anna Karenina non fosse morta? In questa pièce l’iconico personaggio della letteratura russa ha fallito nel tentativo di suicidarsi e la donna si trova rinchiusa in una clinica-prigione in cui il marito tenta di nascondere lei e lo scandalo che si trascina dietro. In questo luogo, o meglio non luogo, affollato di fantasmi ed incubi Anna incontra un altro mito fondativo dell’immaginario occidentale: Medea. La strega, la barbara, colei che per vendicarsi di un compagno che l’ha usata e poi abbandonata arriva ad uccidere i suoi stessi figli. Ne nasce un confronto serrato in cui si affrontano e scontrano gli ideali dell’amore materno con un insopprimibile desiderio di giustizia che però si trasforma in vendetta:
Una vendetta tanto atroce – spiegano gli organizzatori – quanto inarrestabile.
VENDETTA Ma in questo caso non è la vendetta, appunto, ad essere al centro della narrazione: «Il cuore del dramma – rivelano da Astrolabio – è il tentativo tanto difficile quanto necessario di creare un legame tra le due donne, un legame in cui cercare la forza per cambiare quello che è “sbagliato” e valorizzare quanto c’è di positivo nell’esperienza di vita di ciascuno». Alcuni brani delle opere originali si alternano ai dubbi ed alle domande, ai ricordi dei due personaggi che si sciolgono e chiariscono solo in un ulteriore confronto con un altro personaggio femminile totalmente “alieno” perché non letterario, ma tratto dalla realtà. Una figura che apre a nuovi quesiti: «Un’altra donna che ha ucciso i suoi figli in un delirio nato dalla cieca adesione ad una ideologia aberrante il cui anelito al “nulla assoluto” è talmente forte da farle tentare di distruggere il legame tra Anna e Medea. Domande fondamentali aleggiano sul finale: quando la giustizia si trasforma in vendetta? E la vendetta a chi spetta? Può l’essere umano, anche il più vilipeso, arrogarsi il diritto a vendicarsi?».
Alessio Facciolo