Ludovico il Moro, luci e ombre nella sua biografia

Un viaggio indietro nel tempo, alla scoperta di uno dei personaggi chiave per la politica e la cultura del Rinascimento italiano: Ludovico Maria Sforza. Si è incentrato proprio sulla figura de “il Moro” l’incontro che si è tenuto lo scorso sabato 11 giugno all’auditorium San Dionigi di Vigevano, con la presentazione del libro “Ludovico Maria Sforza” scritto dalla professoressa Maria Nadia Covini, docente di storia medievale all’Università degli Studi di Milano.

RICORRENZA Il volume, appartenente alla collana i “Profili” della casa editrice Salerno, è stato presentato proprio per la prima volta nella città ducale, a celebrazione dei 530 anni dalla conclusione dei lavori di Piazza Ducale. Una vita, quella del Moro, che la Società Storica Vigevanese, in collaborazione con il Comune, l’archivio storico, Rete Cultura e Astrolabio ha voluto ripercorrere insieme all’esperta di storia medievale, accolta da un pubblico numeroso.

LO STUDIO «Quando mi hanno proposto di scrivere questo volume mi sono quasi stupita perché mi sono resa conto che una vera e propria biografia di Ludovico il Moro ancora non esisteva. –  racconta la professoressa Covini durante la conferenza – L’unico libro simile a una monografia era di Franco Catalano, ma non si poteva definire una vera e propria biografia, dato che mancavano dati essenziali come la data di nascita del personaggio». Una serie di fattori che hanno quindi spinto la studiosa a realizzare una biografia moderna del Moro. «Andando in città come Firenze si sente la presenza forte e permeata dei Medici, tanto amati dai fiorentini, così come a Urbino tutto parla di Federico da Montefeltro – prosegue la docente di storia medievale – Questo sentimento di adesione vi è anche in Vigevano, nei confronti di Ludovico Sforza, il quale ha lasciato il grande “regalo” della Piazza Ducale». Ma se al giorno d’oggi, molti vigevanesi apprezzano il Moro per il patrimonio artistico e storico culturale che ha lasciato alla città, diversa era la situazione nel tardo Quattrocento.

IL MORO «Inizialmente Ludovico Sforza non venne ben accolto dall’allora popolazione di Vigevano – spiega Covini – Basti pensare che il territorio che oggi ospita la Piazza Ducale, un tempo era abitato da botteghe e artigiani. Una volta avviato il progetto, quelle botteghe vennero abbattute per far posto alla monumentale piazza, scatenando le ire e il malcontento dei cittadini». Non diversa la situazione per quanto riguarda la gestione dell’acqua. «Altri malcontenti arrivarono una volta avviate le coltivazioni sperimentali alla Sforzesca – continua la studiosa – dove il Moro ordinò di deviare l’acqua delle rogge per irrigare le sue coltivazioni a scapito di chi già coltivava in quella zona. Il rapporto quindi inizialmente non era pacifico», ma era destinato a diventarlo.

IL LIBRO Nove capitoli in struttura cronologica per scoprire le vicissitudini biografiche del protagonista, con un’attenzione particolare anche alla politica finanziaria ed economica del ducato, così come alla politica culturale e artistica della corte ludoviciana. Uno studio che mette in evidenza quella che è stata la storia del Moro, da promettente quartogenito a duca di Milano.

Rossana Zorzato

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