Mattei, Mussini e il metano

Gli anni dello sviluppo post bellico italiano, tra una società in pieno mutamento tecnologico e sociale e il protagonismo di chi, in quegli anni, stava costruendo un nuovo paese, raccontato dalla fitta corrispondenza tra il senatore vigevanese Guido Mussini ed Enrico Mattei, il fondatore dell’Eni: uno scambio epistolare nato per portare il gas fin sotto la torre del Bramante, ma che spesso allargava lo sguardo alla situazione politica, economica e sociale del Belpaese nel periodo del dopoguerra. Proviene dai preziosi archivi della famiglia Mussini (che da anni custodisce il patrimonio umano dell’avvocato che fu deputato negli anni ‘50) il materiale che ha portato alla realizzazione del libro “L’avvento del Gas Metano a Vigevano – il Carteggio Mattei e Mussini – 1950/56”, volume di 148 pagine scritto in tandem da Mario Mussini, figlio di Guido, e da Filippo Caserio, giornalista ed esperto di storia locale. Il libro, curato dall’Editoriale Punto&Virgola e con prefazione di Giovanni Vigo, è stato presentato sabato 3 dicembre alle ore 10.30 nella suggestiva cornice dell’Auditorium San Dionigi di Vigevano: oltre che quella degli autori, l’evento vedrà anche la partecipazione di Lucia Nardi, direttrice responsabile del Museo Storico dell’Eni, con sede a Roma. Il volume approfondirà non solo lo stretto legame che intercorreva tra Guido Mussini ed Enrico Mattei, ma accenderà i riflettori anche sulla storia dell’energia nella città ducale e sul particolare momento che stava attraversando l’Italia in quegli anni. Sia Mussini, avvocato ed eletto nella I legislatura della Repubblica Italiana alla Camera tra le fila della Dc, sia Mattei, imprenditore e politico anch’esso democristiano, d’altra parte furono protagonisti di primo piano della storia italiana post conflitto. «C’era una volta a Vigevano, anno di grazia 1870, l’ “Usina Gaz”, che stava lungo la “circonvallazione” ai lembi della periferia, in “via Santa Caterina fuori di Porta Bergonzone” – racconta Filippo Caserio, uno degli autori – era un’officina che produceva gas partendo dal carbon fossile: inizialmente per illuminare la Piazza Ducale e le vie del centro, con le tecnologie che a passi da gigante cavalcavano la rivoluzione industriale dell’Ottocento. È l’inizio di una storia complicata e affascinante che lega quell’antichissimo passato, con la municipalizzazione dell’Usina nel 1910, dopo un referendum popolare – all’oggi , ovvero Asm Spa, e che ha vissuto un momento cruciale tra il 1950 ed il 1957, con il grande sforzo dell’avvocato Guido Mussini, primo onorevole vigevanese dell’Italia repubblicana, per aprire una pagina nuova e portare il metano a Vigevano, così abbandonando il “gas di città” distillato dal carbone». Una vicenda in cui ebbe un ruolo importantissimo Enrico Mattei: «Grande amico e alleato di Mussini, nei corridoi di Montecitorio come in quelli dell’Associazione dei partigiani cattolici – prosegue Caserio – fu l’ “ingegner” Enrico Mattei, il fondatore dell’Eni, come documenta una fitta corrispondenza che fa da sfondo, intrecciandosi, alle vicende politiche, nazionali e cittadine, del dopoguerra e del protagonismo degli uomini della Resistenza di matrice cattolica. Mario Mussini, figlio dell’avvocato Guido, ha meritoriamente deciso di rendere pubblici tutti i documenti custoditi nei suoi archivi, per raccontare – con la forza e il fascino delle carte autografe e in parte inedite – quella vicenda, così restituendo alla città la vera storia di un passaggio cruciale in anni altrettanto cruciali. Opera cui volentieri ho collaborato per miei studi precedenti sulla materia».

Alessio Facciolo

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