«Il film sta tornando ad essere opinion leader. E a dare esperienze impattanti». Questa, in estrema sintesi, l’analisi del responsabile del Movie Planet di Parona, Alessandro Rossi. E accade nelle piccole e nelle grandi sale.

IL RITORNO Perché? Facciamo un passo indietro: l’andare al cinema. Quale è il comportamento dello spettatore? Come è cambiato negli ultimi anni? Lo argomenta il responsabile del Movie Planet di Parona, Alessandro Rossi: «C’è stato un cambiamento radicale dopo la pandemia che ha sdoganato del tutto i canali social e non mi riferiscono solo a Facebook ma anche a Tik Tok, Instagram e molti altri: si arriva all’utenza in modo immediato e continuo. Questo ha fatto emergere il “film evento”, estremizzandolo, ma ha anche “permesso” alle persone di tornare nelle sale. E andarci non solo nei periodo canonici, a Natale, ad esempio, ma quando il film contiene un messaggio sociale che resiste, di impatto». E continua:
il film sta tornando ad essere “opinion leader”. Penso a pellicole come “Barbie” che ha trattato del tema dell’aspetto, della moda, dell’essere visti e riconosciuti, a “Oppenheimer”, con tema il genere umano che si sta distruggendo, in bianco e nero, tutto dialogato. E pure “Ancora domani” con Paola Cortellesi, film campione di incassi dai messaggi forti: la violenza sulle donne, il diritto al voto. I film evento se vogliono performare devono avere un messaggio.
ESPERIENZE Oppure «creare un’esperienza che “entri” nel vissuto dello spettatore, acceda nella sfera dei suoi desideri e lo chiami in sala. La scelta di uscire di casa per andare al cinema, in questo senso, deve contenere anche altre chances che catturano lo spettatore, in varie declinazioni» continua Alessandro Rossi, reduce tra l’altro da interessanti giornate di aggiornamento per i professionisti del cinema tenutosi a Riccione, che oltre a fare il punto su quello che c’è guarda oltre per captare, anche a livello internazionale, quale è la domanda del pubblico. «Quindi occorre garantire allo spettatore una esperienza, spalmandola, su più livelli, ad esempio, organizzando incontri-dibattito e, anche, aperitivi-contestualizzati. Questo accade nelle sale di dimensioni ridotte. Mentre in quella più grandi, come il multisala di Parona, lo spettatore, dopo il film cerca il poster, il gadget del medesimo, magari si fa un selfie accanto alla locandina: si tratta di un comportamento che ci fa comprendere che lo spettatore ha necessità di portare a casa il “contenuto” emotivo-esperienziale-cognitivo».
Isabella Giardini