San Pio V, l’evento per i 450 anni dalla morte

Nel 450esimo anniversario della morte di San Pio V,  Noviziato e Priorato del futuro Papa nel convento domenicano di San Pietro Martire di Vigevano, la città ricorda, celebra e approfondisce il suo operato in due momenti: la Celebrazione Liturgica di sabato 30 aprile e il Convegno di studi di sabato 7 maggio.

L’EVENTO Sono stati Mons. Emilio Pastormerlo parroco della chiesa di San Pietro Martire, Giovanni Borroni presidente della Società Storica Vigevanese e il sindaco Andrea Ceffa a presentare la programmazione predisposta in questa speciale occasione. «Ci apprestiamo a ricordare degnamente il 450esimo anniversario della morte di San Pio V, uno dei Papi più importanti e determinanti nella storia della Chiesa – ha detto Mons. Emilio Pastormerlo – e lo facciamo proprio a Vigevano poiché come frate Domenicano ha trascorso più di 20 anni nel Convento di San Pietro Martire a Vigevano, lo stesso dove visse il Beato Matteo Carreri». E’ stato il sindaco Andrea Ceffa a rimarcare l’importanza degli eventi programmati perché «il recupero di figure importanti per la nostra città, che ne hanno scritto la storia, come San Pio V, può sicuramente essere un veicolo per valorizzare l’attività culturale della medesima, resa ancor più solida dalle competenze che arrivano dai membri della Società Storica Vigevanese».

IL PROFILO Il presidente della Società Storica Vigevanese, Giovanni Borroni ha illustrato la figura del Santo. «San Pio V, al secolo Antonio Ghislieri, 225esimo vescovo di Roma e Papa della Chiesa Cattolica dal 7 gennaio 1566. Nasce a Bosco Marengo nel 1504, muore a Roma il 1 maggio del 1572. Teologo e inquisitore domenicano operò per la riforma della Chiesa secondo i dettami del Concilio di Trento, è considerato tra i principali artefici e promotori della Controriforma. Durante il suo pontificato furono pubblicati il nuovo Messale romano, il Breviario e il Catechismo. La sua figura è anche legata alla costituzione della Lega Santa e alla vittoriosa Battaglia di Lepanto. Intransigente tanto nel governo dello Stato Pontificio quanto nella politica estera, fondò la sua azione sulla difesa del Cattolicesimo e dell’eresia e sull’ampliamento dei diritti giurisdizionali della Chiesa». I primi anni di ministero di fra’ Michele furono dedicati all’insegnamento della teologia, di cui fu lettore nei conventi domenicani di Pavia, Alba e Vigevano. Dal 1528 al 1544 insegnò all’Università degli Studi di Pavia e fu per breve tempo docente di teologia presso l’ateneo di Bologna. Perché ricordarlo? «Perché solo conoscendo la sua vita approfonditamente si può comprendere quanto, fin da giovanissimo, ha fatto – ha concluso il professor Borroni – e quanto la sua figura sia stata determinante per la Chiesa».

Isabella Giardini

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