“I Tuoi decreti sono il mio canto”. Da un salmo del re Davide prende spunto il libro dal sottotitolo “Riflessioni dall’esperienza giuridica ebraica”, curato da don Paolo Lobiati e da Rosa Palavera, che sarà presentato sabato 22 giugno alle 11 presso l’archivio storico diocesano di Vigevano, in via Rocca Vecchia 1, in una tavola rotonda presieduta dal vescovo, monsignor Maurizio Gervasoni. Il moderatore sarà Giuseppe Antonio Madeo, ex presidente dell’Ordine degli avvocati di Vigevano, con la partecipazione di Silvia Sassi dell’Università degli studi di Firenze, di Federico Battaglia dell’Università Bicocca di Milano, e degli autori don Paolo Lobiati dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Rosa Palavera dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”. A sottolineare il legame tra i decreti biblici e il canto, il benvenuto musicale del coro “Bottega dei suoni” diretto da Antonio Bologna.

L’INTUIZIONE L’idea di realizzare un libro è nata dalla collaborazione di don Lobiati con la Cattolica, presso cui collabora in qualità di assistente nell’ambito della cattedra di diritto canonico ed ecclesiastico. «Nel 2018 abbiamo attivato due seminari sui diritti religiosi, il primo di diritto islamico e il secondo di diritto ebraico. Nel 2109 è stato edito il volume “Itinerari di diritto islamico” mentre l’altro ha subito dei rallentamenti per via del Covid. Questo volume è un unicum e fa da gemello a quello sul diritto islamico. Al seminario, che abbiamo tenuto nel 2019, abbiamo avuto 78 studenti. Il libro ha una particolare importanza non solo dal punto di vista sociologico, ma anche giuridico, dal momento che nello Stato italiano vige un’intesa (articolo 8 della Costituzione) con le comunità ebraiche. Questo comporta per il cittadino la necessità di conoscere, almeno in modo superficiale, quelle che sono le istanze giuridiche di questa comunità». Al di là di questo aspetto, ci sono delle peculiarità che avvicinano diritto ebraico e canonico: «Alla stregua di quello canonico, è di matrice personale, ossia obbliga tutti gli ebrei a prescindere dalla loro residenza nella Stato di Israele. Il volume non tratta solo l’esperienza giuridica ebraica, ma contiene riflessioni che nascono a partire da questa».
Infatti vi sono sia contributi di diritto sostanziale sia storici sia di considerazioni di diritto internazionale, come ad esempio la proposta di conferire uno status giuridico particolare alla città di Gerusalemme.
STRUMENTO DI LAVORO La pubblicazione ha anche una valenza tecnica, perché «trovandoci in una società multiculturale e considerando che la laicità dello Stato italiano si contraddistingue per la protezione e la tutela dei vari sentimenti religiosi, è importante che gli operatori del diritto conoscano lo strato normativo che regola i vari gruppi etnici sul nostro territorio per poter risolvere anche in modo extragiudiziale eventuali controversie che possano sorgere». E si rivolge anche ai credenti, in quanto «il fatto stesso che la norma fondamentale del diritto ebraico è rinvenuta nella Bibbia permette di capire che l’esperienza di fede è la chiave fondativa delle norme e il dato imprescindibile su cui queste poggiano. Uno degli ultimi contributi è una testimonianza di un superstite all’Olocausto che si è visto salvato dal padre e non portato in campo di concentramento, a differenza del genitore. Nella globalità il testo può essere utile anche ai docenti delle scuole di vario grado per evitare forme di pregiudizi». L’evento, organizzato dall’Ordine degli avvocati di Pavia, col patrocinio di Fondazione Roncalli, Ordine Costantiniano di San Giorgio, Ufficio cultura, Archivio diocesano, è valido per un credito formativo.
Davide Zardo