Una Piazza per reincontrarsi

L’Osservatore romano ha celebrato nell’edizione di martedì scorso la Piazza, mettendo a confronto il tradizionale luogo d’incontro reale della gente con la piazza virtuale rappresentata oggi dalla rete. Un’interessante riflessione in cui il giornale della Santa Sede ha celebrato anche Piazza Ducale, ricordando, ad esempio, il desiderio di Arturo Toscanini, già in età avanzata, di andare a vedere «la piazza più bella del mondo». Il giornalista Mario Panizza ha ben sottolineato il ruolo della piazza come «crocevia della vita», dove si intrecciano piccole storie, momenti di socialità fondamentali che hanno fatto la grande storia degli uomini. Un viaggio che parte da lontano: dall’agorà di ellenica memoria al foro romano, fino ad arrivare allo specialissimo salotto rinascimentale, che è grande vanto di Vigevano. Non vanno dimenticati però i tanti gioielli che caratterizzano il Belpaese, a partire da Pienza, fino ad arrivare a Siena, Lucca e ad altre tantissime splendide località a misura d’uomo, che “accendono” l’anima. Così come non vanno ovviamente dimenticati altri grandi spazi come quelli di Milano, Bologna, Venezia, Roma, Firenze, Napoli e tante altre splendide piazze italiane. Importante diventa però recuperare la funzione della Piazza, luogo della messa in scena dove il “guardante” e il “guardato” si intrecciano in una dimensione teatrale corale che cadenza le ore dei giorni e delle notti che passano. Uscite quindi dalle vostre case (sembra questo l’invito del giornalista) e andate a recuperare quella dimensione autentica dove l’incontro e il confronto sono carne e sangue, rispetto allo scambio asettico dietro alla luce sbiadita di uno schermo. Un grande scrittore di Vigevano, Lucio Mastronardi, ha raccontato in modo mirabile il miracolo quotidiano di Piazza Ducale che, negli anni del boom, ha davvero segnato un’epoca. Come dimenticare le giornate del maestro e dello scarparo che ha fatto i soldi e che proprio in piazza andavano a mostrare il destino che si stava compiendo. La magia della vita che scorre all’ombra della torre del Bramante è lì da vedere ancora oggi, nonostante l’epoca particolare che stiamo vivendo. E’ il piacere dell’incontro e del contatto “facendo la vasca” (quello che in gergo viene chiamato il giro in piazza) è insostituibile. Oltre a celebrare Vigevano, l’Osservatore romano (in un articolo di spalla) ricorda anche quando Ron, a 18 anni, insieme al grande Lucio Dalla, sul ponte di una nave, azzarda i primi accordi di una canzone epocale come Piazza Grande. E rileggendo le parole di questa straordinaria canzone si percepisce chiaramente il ruolo di “cuore” della comunità dove sfila il piccolo e grande mondo degli uomini raccontando le specificità delle tante stagioni della storia che sempre dalla Piazza sono passate.

Massimo Sala

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