Vigevano, Baresi incontra le classi seconde del Besozzi

A Lezione di sport e di vita in compagnia di Franco Baresi. Dai primi provini con il Milan, alla maledetta finale dei mondiali del 1994.

Nella mattinata di martedì, il numero 6 per eccellenza, storica bandiera del Milan e della nazionale italiana, ha incontrato gli alunni della scuola media Besozzi di Vigevano. I ragazzi dell’istituto, dopo aver letto la biografia “Liberi di sognare”, hanno avuto modo di porre le proprie domande direttamente allo storico libero che ha segnato la storia del calcio degli anni ’80 e ’90.

L’INCONTRO La scuola Besozzi ha infatti deciso di scegliere il tema della biografia per le classi seconde. E il modo migliore per discutere di questa forma testuale è stato invitare direttamente Baresi per parlare del suo libro. Anche un campione come lui ha incontrato degli ostacoli. In particolare, il suo primo provino con il Milan non ha avuto esito positivo. «Ricordo quel giorno con tante ansie e paure, c’erano tanti ragazzi come me, e quel giorno purtroppo non andò bene. Diedi la colpa a me stesso e avevo paura di quello che tutti pensavano di me, ma non mi arresi. Mai arrendersi. Più avanti trovai la forza per iscrivermi al secondo provino e lì riuscì a diventare qualcosa di più». Le parole chiave che descrivono la sua carriera sono due: «La mia forza in tutta la mia carriera è stata la mia determinazione e il mio coraggio. Tutto si assimila, si impara e si cresce. Da una settimana all’altra mi trovai sulla sedia a rotelle, mai avrei pensato di smettere e di non essere più giocatore. Grazie alla mia famiglia e ai miei amici che mi hanno aiutato, la forza è comunque sempre dentro di te. Avere sempre la forza di riprenderti qualsiasi cosa succeda».

Franco Baresi

CAPITANO All’età di 22 anni indossa la fascia da capitano. Un ruolo che richiede grande responsabilità. «Sono diventato capitano molto giovane, a 22 anni è un ruolo importante un onore per un giocatore, devi sapere che i tuoi compagni ti guardano l’allenamento era fondamentale e ho sempre cercato di fare il meglio per poter essere un esempio per gli altri compagni di squadra. Non ho mai detto cosa fosse necessario fare, non è un buon esempio, ma ho cercato di essere un supporto». Quali sono i valori dello sport?

Lo sport insegna molto sia a livello dilettantistico che professionistico, fortifica il corpo e lo spirito e mi ha aiutato a crescere e a capire che c’è anche l’avversario, tutto un insieme di cose importante.

L’attaccante più difficile da marcare non poteva che essere Diego Armando Maradona. Baresi alla fine, ha lasciato il Besozzi, con un messaggio rivolto ai ragazzi, agli alunni e alle nuove generazioni. «Non sapevo cosa avrei fatto e quale sarebbe stato il ruolo che mi sarebbe piaciuto fare, ho provato diverse esperienze come responsabili del settore giovanile e mi ha aiutato molto a capire quello che circonda, a capire le esigenze e i problemi da risolvere all’interno della squadra tutte cose che non si vedono mentre stai giocando. Seguite la vostra passione fino in fondo, mai avrei pensato di arrivare fin dove sono arrivato io. Bisogna sempre avere degli stimoli e sempre voglia di sognare qualsiasi età sia».

Edoardo Varese

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