«Quando si devolve l’8 per mille si può essere certi che tornerà indietro, sul territorio, come nel caso di molte chiese restaurate, che sono una parte importante del nostro patrimonio artistico e culturale». Lo afferma l’architetto Vittorio Sacchi, responsabile dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Vigevano, portando come esempio il recupero della chiesa parrocchiale di Mede, intitolata ai santi patroni Marziano e Martino. Un restauro che si è svolto nel 2020 e ha interessato soprattutto il campanile, eretto nel 1902 grazie al parroco don Siro Damiani, al sindaco Giuseppe Soldati, e all’ingegnere Crescentino Caselli.
L’INTERVENTO «Quello del 2020 è stato uno degli interventi più importanti e impegnativi che l’ufficio abbia mai effettuato negli ultimi tempi – spiega Sacchi – soprattutto per il campanile, che presentava una varietà di materiale su cui intervenire: marmi, graniti, e in particolare cotti, alcuni trovati come ricambio e altri ricostruiti alla maniera di una volta e trattati perché non si deteriorassero. Inoltre è stato necessario installare un ascensore che fermasse a tutti i piani, cosa che è stata impegnativa anche a livello economico». Si è trattato di una prima volta,
il campanile non aveva mai subìto interventi di restauro, e questo ha costituito una complicazione. La chiesa e il campanile presentavano delle criticità di ammaloramento dovute anche a distacchi parziali avvenuti prima dell’intervento di manutenzione e restauro, pertanto si è dovuto intervenire per evitare un peggioramento progressivo.
VALORE SOCIALE La chiesa e soprattutto il campanile, alto 62 metri, sono per gli abitanti di Mede un simbolo e motivo di orgoglio per l’intero territorio. «L’intervento inoltre – prosegue Vittorio Sacchi – è stato fortemente voluto dal parroco don Renato Passoni e dai suoi collaboratori, in primo piano la geometra Loredana Zambruno, che ha partecipato attivamente alla realizzazione del restauro con le complicanze amministrative che i lavori hanno comportato». I lavori sono stati iniziati e portati a termine dall’impresa di restauro Kairos di Luca Zappettini, utilizzando metodologie innovative sui materiali come i cotti, gli intonaci e i marmi esistenti su un manufatto di alto prestigio storico e culturale. Il contributo della Cei è stato di 184.179 euro, mentre quello della parrocchia ammonta a 78.935, oltre a 20mila euro elargiti dalla Fondazione comunitaria della provincia di Pavia. «Donare grazie all’8 per mille – conclude l’architetto Sacchi – ripaga sempre. Infatti la generosità dei medesi è stata ripagata con il restauro in pochi anni di quasi tutte le chiese, dalla Madonna degli Angeli alla Santissima Trinità, fino alla parrocchiale; manca solo San Rocco. L’importanza storica e culturale degli edifici sacri è enorme, e rappresenta un forte valore sociale, perché la chiesa è di tutti».
Davide Zardo