Il progetto “Summerlife”: come sarà il Grest 2020

I Grest 2020 non saranno più gli stessi degli anni precedenti, con escursioni e tuffi in piscina, ma i ragazzi non verranno lasciati soli. É quanto emerge da una lettera che l’Odl (oratori delle diocesi lombarde) ha inviato ai parroci sulla base delle linee guida dei Vescovi lombardi, e in attesa dei protocolli governativi nazionali.

don riccardo campari
Don Riccardo Campari

«Personalmente ritengo che a prescindere dalle condizioni ci si prenda la pazienza di attendere le disposizioni superiori – commenta don Riccardo Campari, direttore dell’Ufficio diocesano di Vigevano per la pastorale giovanile, gli oratori, lo sport e il tempo libero – Da una parte c’è un grande entusiasmo e un senso di responsabilità perché tutto vada nel migliore dei modi, e questo è buono, ma dall’altra bisogna aspettare i protocolli. Si dovrà cercare di fare di tutto per stare vicino ai ragazzi, e rivedere il nostro modo di vivere l’estate. Di certo non sarà il solito centro estivo, però grazie a dei tavoli di confronto si potranno instaurare buone pratiche sul territorio. Ce la metteremo tutta, insomma. L’importante è tener ben presente la meta, anche se poi magari non si riesce a raggiungerla».

Dal 25 maggio è possibile riattivare una stanza dell’oratorio e degli spazi parrocchiali (non cinema-teatri), affinché si possano svolgere alcune riunioni in presenza. Ottemperando alle indicazioni che si trovano sul sito diocesano, ogni parrocchia potrà convocare alcune persone (tra cui educatori ed equipe educative) per una riunione di programmazione o di coordinamento pastorale. Nell’ascolto dell’esperienza fatta, nella raccolta dei bisogni della comunità, in un esercizio vero di discernimento comunitario, questo primo passaggio potrà essere d’aiuto nello sperimentare una graduale apertura futura degli altri ambienti oratoriani.

«La ripresa delle attività lavorative e la possibilità di vivere alcune interazioni con le altre persone – si legge nella lettera dell’Odl – portano anche le nostre parrocchie a rimettere a fuoco alcune dinamiche proprie della comunità cristiana, sostenute dalla celebrazione dell’Eucaristia. Anche in questa realtà il Signore sta bussando. Ascoltare quel “tocco” alla porta significa essere pronti a vivere, con tutta l’attenzione e la prudenza, una nuova possibilità di ritrovarsi. La pastorale giovanile lombarda accompagna questa ripresa con alcuni passi che richiedono la gradualità necessaria, perché ogni cosa sia fatta secondo le norme vigenti».

In queste ore molti chiedono tempi e modi. «I nostri Vescovi – prosegue la lettera – ci hanno richiamato ad abitare questo tempo con elasticità e intelligenza; ci incoraggiano nel lavoro di rete con il territorio; ci ricordano che non possiamo dismettere completamente lo spazio della proposta educativa. Ad oggi non tutto è conosciuto: le linee guida emanate dal Governo attendono di essere recepite da Regione Lombardia, mediante un atto amministrativo formale. Le Diocesi lombarde hanno aperto un dialogo costante e costruttivo con le istituzioni. Attendiamo con pazienza quanto verrà elaborato: solo allora vedremo delineato con più precisione il quadro normativo e dunque gli spazi di azione per le proposte educative. Si tratta di tempi tecnici che non dipendono né da cattiva volontà né da inerzie.

Nel frattempo, possiamo iniziare a prepararci e a formarci, coinvolgendo attivamente la comunità educante, per metterci a servizio dei nostri ragazzi, adolescenti e giovani, al massimo delle nostre capacità».

Anche la questione della responsabilità, giustamente, sta preoccupando molti. «Su questo punto lavora l’Osservatorio giuridico regionale – va avanti il comunicato – per poter offrire in tempi ragionevoli indicazioni più esaustive e rassicuranti. Per ora è sufficiente considerare questo: la precisa applicazione dei protocolli – per i dipendenti, i fedeli a Messa, e in futuro per i ragazzi in oratorio – rende molto difficile che una parrocchia sia considerata responsabile per un eventuale contagio da Covid. Invece è improbabile che una parrocchia possa non assumersi alcuna responsabilità per attività da lei gestite, “trasferendo” ogni onere su soggetti terzi come gli enti locali».

Odl ha realizzato un progetto Estate ragazzi, dal titolo “Summerlife. Per fare nuove tutte le cose”. Il sito di riferimento www.summerlife.it è on line da martedì 26 maggio e verrà progressivamente aggiornato.

«Lo sappiamo: – conclude la comunicazione dell’Odl ai parroci – non potremo seguire le orme delle passate estati e dovremo inventarci un nuovo modo di stare con i ragazzi e accompagnarli. Summerlife supporterà proprio questa nuova azione educativa, articolandosi in proposte formative ed animative. Il periodo che si apre, lo sappiamo, ha bisogno ancor più di intelligenza e prudenza».

Questi i punti del piano formativo Summerlife: la formazione operativa, in cui saranno approfondite le regole del gioco dell’attività educativa che si intende proporre; la formazione sanitaria, in collaborazione con le Ats locali, per consentire a tutti gli operatori dell’oratorio di servire in sicurezza la proposta educativa; la formazione tematica, per presentare il progetto educativo dell’Estate ragazzi Summerlife; la formazione psico-pedagogica, per consentire agli educatori e operatori dell’oratorio di mettersi in ascolto attivo dei ragazzi, adolescenti e giovani e provare con loro a rielaborare l’esperienza faticosa che hanno vissuto. Fanno parte del piano formativo anche alcune schede – sempre on line sul sito dedicato all’attività estiva – utili per gli incontri formativi parrocchiali. Ogni diocesi comunicherà tempi e modi della formazione.

«Formarsi in maniera opportuna, in tutte le dimensioni richiamate, è la più bella premessa per avere cura di chi incontreremo. “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20). Prepariamoci a questa apertura, non solo di ambienti, ma anche di un modo nuovo di vivere la nostra pastorale. L’ascolto della Voce di chi ci chiama a servire i fratelli, ci permetterà di ritrovare la forza della comunione vera. Essa è il frutto, ma ancor prima il seme per trovare la forza e l’entusiasmo di ascoltare ed aprire ad ogni “tocco” che sentiremo alle nostre porte».

Davide Zardo

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