Si è spento all’età di 92 don Antonio Lunghi parroco di Castello d’Agogna per una vita: ha infatti guidato la comunità dal 1973 fino al 2020, anno dopo il quale ha deciso di ritirarsi a vita privata. In passato ha avuto un trascorso nell’aviazione e a 31 anni ha deciso di diventare sacerdote, con l’obiettivo di continuare il suo volo, ma in questo caso spirituale. Il primo cittadino di Castello d’Agogna, William Grivel, figlio di Antonello (anche lui sindaco in passato del paese alle porte di Mortara e grande amico di don Antonio) ha voluto, attraverso un comunicato stampa, informare gli abitanti del borgo della scomparsa dell’amato sacerdote lomellino, porgendo al contempo le condoglianze ai suoi famigliari, ai suoi amici e a coloro che hanno avuto modo e la fortuna di conoscerlo e frequentarlo.
TANTI VIP A CASA DI DON ANTONIO La casa di don Antonio, ora nel centro di Mortara, è piena di ritratti di personaggi eminenti, incorniciati alle pareti o raccolti in appositi album fotografici. Da Paolo VI a Giovanni Paolo II, dal vescovo Jolando Nuzzi (che lo voleva con sé a Nocera) a suor Costantina Baldinucci (che gli fece avere un calice da messa adoperato da Paolo VI) dalla Serva di Dio Antonietta Capelli a don Enzo Boschetti, che divenne sacerdote proprio grazie a lei e a Pavia fondò la Casa del Giovane. E poi il tanto discusso monsignor Milingo, fratel Ettore Boschini che si prendeva cura dei clochard milanesi, fra Cecilio Cortinovis, fondatore dell’Opera San Francesco per i poveri di Milano. Non mancano una foto col presidente Sandro Pertini e la conoscenza personale con un altro illustre abitante del Quirinale, Oscar Luigi Scalfaro. Papi, cardinali, vescovi, mistici e testimoni della carità. Come l’attrice Claudia Koll, che alcuni anni fa ha portato la sua testimonianza di conversione a Castello d’Agogna.
IL RICORDO DI PADRE RANIERO «Padre Raniero Cantalamessa – ricordava don Antonio quando lo abbiamo intervistato nel 2020 prima della pensione – venne a Castello d’Agogna tanti anni fa per l’11 febbraio, festa della Madonna di Lourdes, e la prima cosa che fece dopo l’incontro al centro sportivo fu di andare in discoteca a parlare di Dio. I ragazzi che ballavano all’inizio si nascosero nella penombra, e lui disse. “Ma che posto triste! Io credevo che qui ci si divertisse, sono venuto a parlarvi di Gesù, e Gesù porta la gioia”. Fu salutato da un lungo applauso, ci sapeva fare davvero. Nei giorni seguenti i giornali parlarono di un “blitz” in discoteca, e per quegli articoli padre Raniero ebbe dei guai, una volta tornato a Roma».
FECE IL PRIMO PRESEPE VIVENTE A don Antonio, Castello d’Agogna inoltre deve l’istituzione di uno dei primi presepi viventi della Lomellina, e della Via Crucis con figuranti in costume d’epoca. Anni fa il sacerdote balzò agli onori della cronaca anche per aver suonato le campane a festa appena appreso della rielezione a sindaco del suo grande amico Antonello Grivel. Una storia alla don Camillo, insomma, come tanti episodi che costellano i suoi 57 anni di sacerdozio, tra incontri con personalità altolocate e un’esistenza tranquilla, da parroco di campagna.
I FUNERALI Mercoledì 7 agosto, alle ore 21 il rosario, presso la chiesa di Castello d’Agogna. Nella mattinata di giovedì 8 agosto, alle 10, i funerali.
Edoardo Varese
Davide Zardo