La scomparsa di don Negrelli

Profondo cordoglio ha destato la notizia della scomparsa di don Adriano Negrelli, 82 anni, le cui condizioni di salute si erano aggravate negli ultimi tempi, soprattutto dopo la pandemia.

I funerali di don Negrelli sono stati celebrati in Duomo mercoledì scorso, presieduti dal Vicario Generale Mons. Croera, il quale ha portato il saluto e la benedizione di Mons. Vescovo, impegnato a Roma per l’Assemblea dei Vescovi italiani, e concelebrati da numerosi sacerdoti della diocesi.

Don Adriano era originario di Concordia, in provincia di Modena dove è nato il 20 giugno 1941, da una famiglia che si trasferì pochi anni dopo a Vigevano, per aprire una avviata lavanderia in via del Carmine. Entrato nel nostro seminario Vescovile, don Negrelli era stato ordinato sacerdote dal vescovo mons. Luigi Barbero il 12 maggio 1966 nella chiesa parrocchiale di Cassolnovo, in occasione del Congresso Eucaristico Diocesano. Suoi compagni erano don Pietro Cerri (morto nel 2004), don Luciano Dall’O’ (morto nel 2018) e don Martino Cassani (scomparso l’anno scorso). Celebrò la sua prima Messa nella chiesa di san Pietro martire e fu inviato come Curato nella parrocchia di Valle Lomellina ove rimase due anni occupandosi con generosità dell’oratorio maschile. Nel 1968 fu trasferito nella parrocchia di Garlasco, svolgendo il suo ministero tra i giovani fino al 1972, quando fu trasferito a santa Croce di Mortara, come Curato del suo compianto omonimo, don Bernuzzi. Nel 1989 si trasferì nella casa di famiglia, in via Cairoli a Vigevano, iniziando l’insegnamento della religione cattolica presso l’istituto “Casale” di Vigevano. Per vent’anni si dedicò con grande impegno all’insegnamento, divenendo punto di riferimento apprezzato e sicuro per studenti e colleghi.

Il tratto riservato, la pacatezza nel parlare, unitamente alla solidità dell’insegnamento lo rendevano un insegnante esigente e seguito, agli antipodi di un certo modo di insegnare religione che con franchezza stigmatizzava. Si offrì come collaboratore festivo presso la parrocchia di Cassolnovo, in aiuto al suo compagno e amico don Luciano, divenuto parroco nel 1990. Per trent’anni celebrò puntualmente la Messa domenicale nella chiesa succursale per poi portarsi in parrocchia per attendere alle confessioni fino all’ora di pranzo. La sua predicazione non era sintetica forse, ma profonda e convinta, sempre ancorata alla Parola proclamata, e il suo stile nella celebrazione, sobrio e umile, riportava al centro dell’azione liturgica il Mistero da vivere senza fretta né ostentazioni. Fu assai apprezzato in paese come confessore e anche come consigliere spirituale, per il suo essere paterno senza risultare paternalista, e propositivo e incoraggiante senza indulgere nella superficialità. Nei giorni feriali era solito aggirarsi tra i corridoi e i cortili del nostro Seminario con il breviario in mano o la corona del rosario tra le dita, e lo si trovava nel silenzio delle cappelle a pregare o a celebrare l’Eucaristia, quasi a ricordare a noi seminaristi – che spesso commentavamo alcune sue abitudini salutiste con ironia –

che il prete è innanzitutto essere uomo di preghiera, prima che uomo del fare.

La pandemia segnò profondamente la salute di don Negrelli e ne accentuò il desiderio di ritirarsi per una vita ancor più contemplativa, fino a quando il Signore lo chiamò a sé, nel silenzio e nella solitudine che aveva tanto amato alla ricerca della comunione con Lui.
Al termine del Rito delle Esequie, Mons. Cacciabue ha tratteggiato il ricordo di don Adriano, sottolineando soprattutto il suo costante impegno all’aggiornamento, sia come sacerdote che come insegnante di Religione, facendo del mondo della scuola un particolare “spaccato” della sua vita sacerdotale, nella educazione e condivisione del cammino di migliaia di giovani nei suoi anni di insegnamento. Mons. Cacciabue non ha mancato di far riferimento ad una certa “solitudine che soprattutto negli ultimi anni ha accompagnato la vita di don Negrelli, non con un atteggiamento di chiusura, ma di costante ricerca e aggiornamento per condividere gli anni del cambiamento. Alcune testimonianze, da parte di un parente, di una rappresentante dell’Istituto Casale (erano presenti anche alcuni alunni con la bandiera dell’Istituto) e della comunità mortarese hanno confermato i profondi sentimenti di rinnovamento e di testimonianza educativa che hanno accompagnato il cammino sacerdotale di don Adrano.

Don Negrelli lascia due fratelli, Serafino e Arduino, ai quali era molto legato. A loro e a tutti i parenti il nostro giornale partecipa i sentimenti del cordoglio cristiano da parte di tutta la Chiesa vigevanese.

Don Cesare Silva

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