Chi è un prete oggi?

L’Ordine è il Sacramento grazie al quale la Missione affidata da Cristo ai suoi apostoli continua a essere esercitata nella Chiesa sino alla fine dei tempi; è dunque il Sacramento del Ministero Apostolico. Comporta tre gradi: l’episcopato, il presbiterato e il diaconato.

LE DOMANDE Chi è un Vescovo, un prete, un diacono? Qual è il loro ruolo nella Chiesa? Qual è il loro rapporto con i fedeli? Sono interrogativi che anche oggi circolano con insistenza. Essendo la Chiesa Sacramento di Cristo e annuncio del Regno, in Essa deve esprimersi la Comunione Ecclesiale: i ministri ordinati devono essere promotori, sostenuti dalla forza dello Spirito Santo, di fraterna solidarietà con tutti gli altri fedeli.

I MIEI 50 ANNI Al sottoscritto, che in questi giorni ha raggiunto i cinquanta anni di servizio Sacerdotale, è stato chiesto questo contributo per parlare dell’Ordine Sacerdotale non nella dimensione episcopale, in quanto al Vescovo compete la responsabilità dell’attività pastorale della comunità diocesana, dove esercita la potestà legislativa, esecutiva e giudiziaria, e neppure la dimensione diaconale ,in quanto il diacono rappresenta un originario anello di congiunzione tra la Chiesa e il mondo, facendosi portatore di una sana laicità e della dimensione del Servizio nella logica della Carità di Cristo che

è venuto per servire e non per esser servito.

TANTI RICORDI Tante cose mi vengono in mente ripercorrendo questi cinquant’anni pieni di cambiamenti di orizzonti, dal Vaticano II a oggi, e alla domanda “chi è il prete?” mi piace rispondere, più che con una definizione, prima di tutto con un riferimento al Vangelo: «Li chiamò perché stessero con Lui, per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demoni» (Mc 3). Vicini a Gesù e vicini alla gente. Non come due momenti successivi, ma come due istanze inseparabili.

PASTORI AUTENTICI Dal Vangelo vorrei passare alla rilettura, anche se breve, di alcune figure di pastori che in questi anni si sono imposti all’attenzione della Chiesa, uomini talvolta “scomodi”, ma che hanno dato, in quanto preti fedeli al loro ruolo, un grande contributo alla crescita e all’abitalità della Chiesa, non solo in Italia.

DON MAZZOLARI Pensiamo a don Mazzolari, la sua Vocazione si è realizzata nell’amore al proprio tempo, nel legarsi alla vita della gente che incontrava e ai quali offriva Misericordia. Non è stato uno che ha rimpianto la Chiesa del passato, ma ha cercato di cambiare la Chiesa e il mondo attraverso l’amore appassionato e la dedizione incondizionata.

DON MILANI Altra figura che mette in luce il Ministero Sacerdotale in anni di transizione e cambiamento è don Lorenzo Milani, la cui dimensione sacerdotale è la radice di tutto quello che ha fatto. Tutto nasce dal suo esser prete. Ma, a sua volta, il suo esser prete ha una radice ancora più profonda: la sua Fede.

DON TONINO BELLO E perché non riferirsi anche a don Tonino Bello, per il quale esser preti voleva dire essere innamorati del Signore con l’ardore del sogno, lo slancio del dono, l’audacia di non fermarsi alle mezze misure.

Per questo è forte il suo richiamo a non teorizzare la vicinanza alla gente e ai poveri ma a stare con loro.

DON PINO PUGLISI Forte anche la testimonianza di don Pino Puglisi, che è andato fino in fondo nel dono di sé, soprattutto ai giovani, meritando il martirio. Accanto a queste grandi figure però non possiamo dimenticare quei preti che hanno segnato cammini di evangelizzazione e santità nelle nostre terre.

IL NOSTRO PIANZOLA Come non ricordare padre Francesco Pianzola? Sicuramente ogni prete deve ritrovare le radici del proprio Ministero in Gesù Cristo, la familiarità con la Parola di Dio, la centralità dell’Eucarestia, il legame filiale e adulto con il Vescovo e il dono della fraternità presbiterale. L’esperienza più bella di ogni presbitero è l’unione con Cristo e con il Suo Amore, operata dallo Spirito Santo fin dal giorno dell’Ordinazione, unione che porta a vivere ogni istante e gesto attorno alla scelta fondamentale di dare la vita per il gregge.

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