notizia in aggiornamento
Ore 21.04
La prima fumata, alle 21.04, al termine dello scrutinio inaugurale, è nera. Fuori, la folla attende. Turisti e fedeli si stringono, occhi puntati al comignolo. Qualcuno prega. Altri sperano. Altri ancora piangono. Ogni conclave è anche un’attesa collettiva, un respiro trattenuto dell’umanità intera. La prossima fumata potrebbe cambiare la storia. Ma per ora è nera. E con lei il tempo della scelta resta sospeso.
Ore 19.30
Da domani, 8 maggio, i cardinali si dirigeranno da Casa Santa Marta al Palazzo apostolico verso le 7.45. Una volta giunti al Palazzo apostolico, è in programma la messa con le lodi nella Cappella Paolina, al termine della quale i porporati si ritireranno nella Cappella Sistina dove pregheranno l’ora media e cominceranno le procedure di voto. Per quanto riguarda gli orari orientativi delle fumate, quelle mattutine saranno dopo le 10.30 (se la fumata è bianca) e dopo le 12.30. Alle 12.30 è previsto il rientro a Casa Santa Marta per il pranzo, dopo il quale, alle 15.45, i cardinali elettori si avvieranno nuovamente verso il Palazzo Apostolico, dove si ritireranno nella Sistina per poi cominciare, al termine dei vespri, le operazioni di voto. Gli orari orientativi delle fumate pomeridiane sono intorno alle 17.30 (se la fumata è bianca) e intorno alle 19.
Ore 19
Tutto è cominciato nel silenzio. Non quello vuoto, ma un silenzio denso, carico di attesa, come se il marmo stesso di San Pietro trattenesse il respiro. Mercoledì 7 maggio, sotto un cielo incerto e uno sguardo antico che veglia dalla cupola, si è aperto in Vaticano il conclave: il cuore segreto della Chiesa batte nella Cappella Sistina, dove 133 cardinali si sono chiusi tra gli affreschi del Giudizio per cercare un nome, un volto, una guida. Il cielo osserva, e sotto la cupola di Michelangelo si levano preghiere sussurrate, sguardi cercati, riflessioni profonde. I 133 cardinali, immersi in un tempo fuori dal tempo, sono ora affidati alla voce silenziosa dello Spirito. Là dentro non valgono le
ambizioni, non contano le simpatie: c’è solo un interrogativo che risuona nei cuori: «Chi ci guiderà?». Fuori, la folla attende. Turisti e fedeli si stringono, occhi puntati al comignolo. Qualcuno prega. Altri sperano. Altri ancora piangono. Ogni conclave è anche un’attesa collettiva, un respiro trattenuto dell’umanità intera. La prossima fumata potrebbe cambiare la storia.
Ore 18
Dopo il giuramento di tutti i 133 cardinali elettori (l’ultimo è stato il cardinale George Jacob Koovakad), il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, monsignor Diego Ravelli, ha intimato l’Extra omnes. Dalla Cappella Sistina sono poi usciti tutti tranne i cardinali elettori, lo stesso maestro e l’ecclesiastico incaricato di tenere l’ultima meditazione prima delle votazioni, il cardinale Raniero Cantalamessa. Monsignor Diego Ravelli ha chiuso la porta della Cappella Sistina alle 17:46, dando così ufficialmente il via al conclave per l’elezione del 267esimo Papa.
Ore 17.55
La prima fumata è attesa intorno alle 19. Come da tradizione, il fumo nero indicherà che non è stato ancora raggiunto un accordo, mentre il fumo bianco annuncerà l’elezione del nuovo Pontefice. Tra i papabili spiccano i nomi del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, del filippino Luis Antonio Tagle e dell’ungherese Péter Erdő. La maggioranza dei cardinali elettori è stata nominata da Papa Francesco, suggerendo la possibilità di una continuità con il suo pontificato, caratterizzato da aperture su temi come l’inclusione delle donne, l’attenzione agli emarginati e la tutela dell’ambiente.
Ore 17.30
I cardinali stanno prestando giuramento di fedeltà e segretezza prima del voto. Giurano con la mano sul Vangelo, seguendo l’ordine: prima i cardinali dell’ordine dei vescovi, poi i presbiteri e infine i diaconi. «Noi tutti e singoli Cardinali elettori presenti in questa elezione del Sommo Pontefice promettiamo, ci obblighiamo e giuriamo di osservare fedelmente e scrupolosamente tutte le prescrizioni contenute nella Costituzione apostolica del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, “Universi Dominici Gregis”, emanata il 22 febbraio 1996, e le modifiche ad esse apportate dal Motu Proprio ‘Normas nonnullas’ del Sommo Pontefice Benedetto XVI, del 22 febbraio 2013. Parimenti, promettiamo, ci obblighiamo e giuriamo che chiunque di noi, per divina disposizione, sia eletto Romano Pontefice, si impegnerà a svolgere fedelmente il ‘munus Petrinum’ di Pastore della Chiesa universale e non mancherà di affermare e difendere strenuamente i diritti spirituali e temporali, nonché la libertà della Santa Sede». Queste le prime parole del giuramento che i 133 cardinali, che stanno per iniziare il Conclave nella Cappella Sistina, dovranno pronunciare prima dell’ “Extra Omnes” (fuori tutti) che segnerà l’inizio delle votazioni. «Soprattutto, promettiamo e giuriamo – prosegue la formula – di osservare con la massima fedeltà e con tutti, sia chierici che laici, il segreto su tutto ciò che in qualsiasi modo riguarda l’elezione del Romano Pontefice e su ciò che avviene nel luogo dell’elezione, concernente direttamente o indirettamente lo scrutinio;
di non violare in alcun modo questo segreto sia durante sia dopo l’elezione del nuovo Pontefice, a meno che non ne sia stata concessa esplicita autorizzazione dallo stesso Pontefice.

Ore 17
Al canto delle litanie e del “Veni Creator”, i 133 cardinali elettori guidati dal cardinale Pietro Parolin si stanno recando in processione dalla Cappella Paolina del Palazzo Apostolico alla Cappella Sistina, dove emetteranno il giuramento con cui di fatto il Conclave entra nel vivo. La formula del giuramento in Sistina viene letta prima dal cardinale decano e poi da ciascuno dei cardinali elettori. Dopo il giuramento dell’ultimo dei cardinali elettori, viene intimato dal Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie l’“extra omnes” (fuori tutti) e gli estranei al Conclave devono lasciare la Cappella Sistina, dove restano soltanto il Maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, monsignor Diego Ravelli, e il cardinale Raniero Cantalamessa, che terrà la seconda meditazione ai cardinali elettori sul oro compito e sulla necessità di agire «con retto intendimento per il bene della Chiesa universale ‘solum Deum prae oculis habentes’ (avendo solo Dio davanti agli occhi)».
Poi possono iniziare le procedure di voto, con una sola fumata prevista – l’unica facoltativa – intorno alle 19.
Ore 16.45
A partire dalle 15 sono stati disattivati gli impianti di trasmissione per cellulari in tutto il Vaticano e ai cardinali elettori sono stati ritirati telefonini, pc e tablet, col divieto di ogni contatto con l’esterno. Alle 16.30 i cardinali si sono chiusi nella Cappella Sistina. A partire da quel momento saranno completamente isolati dal mondo esterno, senza dispositivi elettronici e con comunicazioni interrotte fino all’“Habemus Papam”. La prima fumata è prevista questa sera alle 19, al termine dello scrutinio inaugurale. In caso di esito negativo, il segnale sarà nero; se l’elezione avverrà già al primo voto, la fumata sarà bianca, segnalando l’avvenuta elezione del nuovo Papa. Sono 133 i cardinali elettori: numero ufficiale aggiornato a seguito di due defezioni per motivi di salute. L’Europa guida per presenze, ma cresce il peso di Asia, Africa e Americhe. L’età media è di 70 anni e l’80% dei porporati è stato creato da Papa Francesco.
Ore 15.22
Si è aperto oggi in Vaticano il Conclave per l’elezione del nuovo Pontefice. La giornata è iniziata alle ore 10 con la celebrazione della messa “Pro eligendo Pontifice” nella Basilica di San Pietro, presieduta dal cardinale decano Giovanni Battista Re. Dopo la celebrazione i cardinali elettori sono rientrati a Casa Santa Marta per un momento di raccoglimento e preparazione personale. Tra poco, alle 15.30, i cardinali sfileranno in processione da Casa Santa Marta alla Cappella Sistina, dove si svolgeranno le votazioni a porte chiuse. Il corteo sarà accompagnato dal canto delle Litanie dei Santi e dall’invocazione allo Spirito Santo. L’ingresso nella Cappella Sistina segnerà ufficialmente l’inizio del Conclave, fissato per le 16.30, con il giuramento di riservatezza e l’apposizione dei sigilli. A partire da quel momento, i cardinali saranno completamente isolati dal mondo esterno, senza dispositivi elettronici e con comunicazioni interrotte fino all’“Habemus Papam”. La prima fumata è prevista questa sera alle 19, al termine dello scrutinio inaugurale.

Ore 10
«Fra i compiti di ogni successore di Pietro vi è quello di far crescere la comunione». Lo ha ricordato il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, nell’omelia della messa “pro eligendo Romano Pontifice”, da lui presieduta nella basilica di San Pietro e concelebrata dai 133 cardinali elettori. «Comunione di tutti i cristiani con Cristo; comunione dei vescovi col Papa; comunione dei vescovi fra di loro. – ha detto il cardinale Re – È forte il richiamo a mantenere l’unità della Chiesa nel solco tracciato da Cristo agli Apostoli.
L’unità della Chiesa è voluta da Cristo; un’unità che non significa uniformità, ma salda e profonda comunione nelle diversità, purché si rimanga nella piena fedeltà al Vangelo. La qualità fondamentale dei Pastori è l’amore fino al dono completo di sé». Nella messa il cardinale decano ha tratteggiato i compiti di ogni successore di Pietro, improntati al «comandamento nuovo» dell’amore. Poi il richiamo ai porporati elettori: scegliere con «massima responsabilità umana ed ecclesiale», evitando le considerazioni personali e guardando al bene della Chiesa e dell’umanità. Nella «fiduciosa attesa» di queste ore, il cardinale Re ha invocato l’aiuto dello Spirito Santo, perché «pregare è l’unico atteggiamento giusto e doveroso».