Il vescovo Gervasoni compie 71 anni

Venerdì 20 dicembre il vescovo Maurizio compie settantuno anni. Per festeggiare l’evento vengono riportati alcuni ricordi di chi ha conosciuto monsignor Gervasoni come professore e come direttore di curia.

IL PROFESSORE «Le lezioni di don Maurizio erano divertenti, coinvolgenti e stimolanti» secondo le parole di don Mattia Magoni, presbitero della diocesi di Bergamo e studente del professor Gervasoni in seminario: «Insegnava antropologia teologica e affrontava temi complessi come la libertà e la grazia. Ricordo come, durante le sue lezioni, a un certo punto si lanciasse in spiegazioni affascinanti, dove, in pochi minuti, riusciva a raccontare la storia, a confutare le teorie avversarie e a creare vere e proprie “battaglie” intellettuali. In quelle occasioni, il professore riusciva a rinnovare e a ridefinire l’antropologia teologica, lasciandoci stupefatti. La sua abilità nel rendere leggeri e avventurosi argomenti altrimenti difficili era straordinaria».

Con la sua capacità di sintesi, ci offriva intuizioni e “scorciatoie” mentali che, nei manuali, avrebbero richiesto riflessioni più complesse e avanzate.

IL FORMATORE Uno degli incarichi di curia che ha svolto monsignor Gervasoni è stato quello di delegato vescovile per l’annuncio della Parola e la liturgia e direttore dell’ufficio catechistico e liturgico: «Ho conosciuto don Maurizio nel 2000, quando ero responsabile della catechesi degli adulti della diocesi di Torino», ricorda Nicla Spezzati. «Abbiamo collaborato per anni con la diocesi di Bergamo, realizzando il master dei formatori per la catechesi del Piemonte e della Lombardia: io ero una delle coordinatrici, insieme ad altri due sacerdoti, e avevamo la supervisione delle diocesi di Milano e Bergamo, dove Gervasoni all’epoca era vicario episcopale. Mi ricordo che era rappresentato come un “mito” di grande caratura intellettuale e, quando abbiamo saputo che avrebbe partecipato a un corso che avevamo organizzato, ci siamo preoccupati. Mi ricordo ancora che quando l’ho incontrato indossava un loden elegante: poi ha tolto il cappellino a quadretti e ha “giustificato” l’utilizzo del copricapo perché purtroppo non aveva più la folta chioma di capelli della gioventù. Da lì abbiamo capito che non era quella persona ieratica che ci veniva presentata ma molto cordiale, alla buona e affettuosa».

IL VESCOVO Conclude Spezzati «le competenze teologiche e metodologiche hanno dato una svolta nel lavoro di quegli anni e quando ho saputo nel 2013 che sarebbe diventato nostro vescovo a Vigevano sono stata molto felice e contenta anche della svolta che ha dato nella vita pastorale della nostra Diocesi e della bella amicizia consolidata negli anni». A questi ricordi si uniscono gli auguri della Diocesi e della redazione de L’Araldo. Ad multos annos!

don Paolo Butta

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