Fabrizio Cellamare, 20 anni, studia Biotecnologie ed è uno dei sei coordinatori del Grest di Garlasco. «Mi occupo soprattutto della parte gestionale dell’organizzazione – spiega – ma questo non mi fa perdere il rapporto con i ragazzi, che anche subito dopo il Covid è mancato. Loro cercano la compagnia dei coetanei, ma anche quella dei grandi, e questo si ricollega al tema del Grest, “Ti indicherà il cammino della vita”, che ci invita a rivolgere lo sguardo alla Creazione».
UN LUOGO SICURO Matilde Sostero, 21 anni, ha iniziato a fare l’animatrice ai Grest della Bozzola quando ne aveva 14: «Studio Scienze dell’educazione – racconta – e stare con i bambini mi permette di mettere in pratica gli insegnamenti teorici. Il Grest per me è una boccata d’aria, un posto sicuro dove aiutare i ragazzi a crescere. Cerco di essere un rametto che tiene su la piantina e di dare il meglio di me. È una soddisfazione quando li incontro per strada e mi riconoscono dopo anni. Anche i più trasgressivi l’anno successivo sono più tranquilli, hanno un miglioramento. Nelle tre settimane del Grest magari non lo vediamo, ma il semino piantato l’anno prima è cresciuto».
LO SPIRITO CRISTIANO A Gambolò gli animatori che accettano di raccontare la propria esperienza sono tre. Loris Zizzo, 19 anni, ha appena finito il servizio civile in oratorio, ha studiato turismo e sceglierà una facoltà universitaria specializzata nel sociale. «Sono animatore da 6 anni grazie a don Andrea, e dopo il primo anno ho provato la gioia di stare con i ragazzi. Farli giocare fa passare dei bei momenti nello spirito cristiano». Lucio Crabbi ha 18 anni, è ancora alle superiori e fa l’animatore da 4 anni: «Mi occupo di organizzare giochi creati da me. Prendersi cura dei ragazzi e vedere che poi mi riconoscono è una cosa carina». Daniel Staicu ha 16 anni:
Andavo al Grest da bambino e adesso sono responsabile dei giochi per i più piccoli. I bambini si impegnano sempre per creare un bell’ambiente. Il nostro è un compito di responsabilità, ma sono felice perché riesco a far provare ai piccoli ciò che sentivo alla loro età.
«Gli adolescenti entrano in relazione tra di loro»
«Questo è un periodo in cui gli adolescenti acquistano la capacità di entrare in relazione tra loro». Così monsignor Roberto Redaelli, responsabile del vicariato di Garlasco, commenta i Grest che si svolgono tra giugno e luglio.
«Attraverso giochi e laboratori – spiega don Redaelli – i ragazzi scoprono un ritmo assolutamente diverso rispetto a quello delle giornate trascorse a scuola, e acquisiscono una relazionalità molto importante che al giorno d’oggi viene sempre più a mancare. In questo sono aiutati dal gioco, dalla preghiera e dalla mensa in comune, che è un momento di socializzazione particolarmente coinvolgente. A Gambolò e Gropello abbiamo anche alcuni educatori che lavorano per delle cooperative, e che quindi conoscono il mestiere, e aiutano gli animatori più grandi». Molto importante anche il coinvolgimento delle famiglie nelle gite e nelle cene di fine settimana, il venerdì, e dei volontari per la cucina e le pulizie.
GLI ANIMATORI «A Gambolò – continua il vicario – i ragazzi che frequentano il Grest sono aumentati di anno in anno, e devo dire che è un’occasione importante anche per gli animatori, che acquistano maturità prendendosi cura degli altri, dei più piccoli. Si lavora in squadra, e la preparazione del Grest comincia tra novembre e dicembre dell’anno prima, con incontri quindicinali. Per l’aspetto vicariale sono stati organizzati tre incontri a Gropello, Dorno e Garlasco, e il Vescovo ha consegnato il mandato agli animatori in maggio». A Gambolò sono una cinquantina. La dimensione del gioco, poi, si sposa con quella culturale, attraverso una scelta di temi che quest’anno riguardano autori letterari come Dante e Tolkien, con due recite settimanali basate su “Il Signore degli Anelli”.
Davide Zardo