Processo sinodale: primo bilancio tra sfide e dinamismo

Siamo alle battute finali della fase sinodale diocesana che concluderemo solennemente in Duomo il 22 aprile con una liturgia della Parola, dove consegneremo al Vescovo la sintesi finale delle consultazioni parrocchiali. La novità dello stile sinodale di ‘fare Chiesa’, ascoltando tutti,è stata accolta con “molta gioia” da parte di tutto il popolo di Dio, che ha esercitato il proprio sacerdozio battesimale e si è posto in ascolto dello Spirito. Nel corso dell’avventura non sono mancate delle incertezze e la consapevolezza che la conversione sinodale, a cui è chiamato ogni singolo battezzato,è un itinerario che avrà bisogno di un tempo maggiore. La soddisfazione per una “Chiesa in cammino”,a tre mesi circa dall’apertura del processo sinodale, ha”suscitato molta gioia e dinamismo ma anche un certo numero di incertezze” e sfide da affrontare. Al centro, come si è detto, c’è stata la consultazione del popolo di Dio, chiamato per la prima volta a ‘dire’ ai propri pastori desideri ed attese, critiche e proposte per ‘una Chiesa Sinodale’, dal volto più umano. I laici ‘vicini’ hanno fatto difficoltà inizialmente a dire ‘sì’ e i lontani sono stati per lo più i grandi assenti. Ma dai sì è scaturito entusiasmo sincero e partecipato. Una parola breve ai sacerdoti che con entusiasmo hanno promosso la consultazione dei propri laici: hanno aiutato la loro comunità ad imparare lo ‘stile sinodale’ che dovrà continuare. In verità qualche prete ha detto di no e questo suo ‘no’ ha privato la sua comunità di un grande momento di rinnovamento. Nella fase consultiva,non si è dimenticato l’apporto ecumenico e interreligioso. Due volte abbiamo incontrato l’Imam, i pastori copti, ortodossi russi del patriarcato di Costantinopoli e ortodossi della chiesa rumena, e i protestanti, con i quali abbiamo approfondito la conoscenza personale e abbiamo accolto proposte e suggerimenti, condividendo una volta la stessa tavola. La comunicazione ha quindi avuto un ruolo essenziale nel percorso sinodale. Nel cammino, voce privilegiata è stata quella dei giovani che sono stati ascoltati in alcune parrocchie e lodevolmente da alcuni insegnanti di religione nelle scuole. Il loro contributo porterà un’aria giovanile nella relazione conclusiva. Non si sono dimenticati i ‘poveri’,che hanno espresso la loro sorpresa e meraviglia per essere stati ‘tenuti in conto’ non solo attraverso l’offerta di cibo e viveri ma nell’ascoltodella loro voce e delle loro opinioni, valorizzando la loro dignità di persone. Non si è mancato di essere ‘presenza sinodale’ nel sito della diocesi con un apposito spazio contenente tutti i documenti, le tracce della consultazione,la possibilità di interagire personalmente con proposte e risposte. Lo stesso è avvenuto creando in facebook un sito dedicato al Sinodo di pronta consultazione. Il nostro ‘Araldo’ ha ospitato articoli informativi e relazioni dei coordinatori dei cinque vicariati. La pagina sinodale dell’Araldo è stata letta ed apprezzata. In un momento così cruciale come quello del Sinodo, all’entusiasmo e al dinamismo si affiancano le sfide che evidenziano le difficoltà che il cammino nasconde. Si tratta di “paure e reticenze” tra fedeli e clero, ma anche di “sfiducia” tra i laici,i quali dubitano che il loro contributo venga realmente preso in considerazione, o ancora si tratta degli ostacoli posti dalla pandemia, che rende difficile l’ascolto e il contatto diretto.  La consultazione mostra anche alcune sfide ricorrenti: formazione all’ascolto e al discernimento, per continuare a lavorare in stile sinodale, il rischio di autoreferenzialità negli incontri di gruppo, la necessità di migliorare la partecipazione dei giovani, il coinvolgimento di coloro che vivono ai margini delle istituzioni ecclesiali e, infine, un certo disorientamento espresso da una parte del clero. Il processo di conversione sinodale sarà un processo lungo e necessiterà di un tempo maggiore del processo stesso. La proposta è quella che il percorso a livello locale prosegua nell’arco dell’intero sinodo e ben oltre ancora, affinché la comunità ecclesiale possa sempre più rendere tangibile la sinodalità quale dimensione costitutiva della Chiesa. La sintesi finale che verrà inviata alla CEI dovrà essere conosciuta, discussa e ‘amalgamata’ dalla nostra Chiesa e dovrà essere al centro della vita pastorale di ogni comunità parrocchiale. Concludo dicendo che la comunità diocesana si è messa in ascolto dello Spirito e che lo Spirito ha parlato alla nostra Chiesa.

Don Mario
Referente sinodale

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