Quella carezza nel cuore dei fedeli

Tra le associazioni ecclesiali vigevanesi che più hanno seguito l’apostolato di papa Francesco, l’Azione cattolica diocesana.

L’AZIONE CATTOLICA «Papa Francesco – commenta la presidente Reda Maria Furlano, ex dirigente scolastica, responsabile anche della sezione locale UCIIM (Unione cattolica insegnanti, dirigenti, educatori, formatori) – ha concluso il suo pontificato proprio all’alba del giorno successivo alla Pasqua, dopo aver donato la grazia speciale dell’ultima benedizione». I molteplici e variegati commenti del giorno dopo restituiscono il volto deciso di un Pontefice che ha voluto coraggiosamente imprimere un nuovo corso alla guida della Chiesa cattolica nel segno della vicinanza ai poveri, della fratellanza universale e della misericordia. «Con il cuore commosso – continua Furlano – siamo grati per l’affetto e per l’incoraggiamento che ha sempre rivolto all’Azione Cattolica invitandola a offrire una testimonianza responsabile e gioiosa nel mondo, e all’UCIIM, esortandola a costruire una relazione educativa con gli studenti, ad accoglierli nei loro limiti e nelle loro potenzialità. Il suo magistero espresso dalle encicliche, in particolare dalla “Laudato si’”, dalla “Fratelli tutti” dalla “Dilexit nos”, ha rappresentato un’importante linea di riflessione su cui il laicato diocesano, sia di Azione Cattolica, sia della Consulta delle Aggregazioni laicali, sia dell’UCIIM stessa, si è soffermato ripetutamente per il discernimento personale e comunitario». Tra i ricordi toccanti affiorano gli incontri cui l’Azione Cattolica ducale ha partecipato in piazza San Pietro, in particolare quello risalente al XXVI Congresso nazionale UCIIM dal 18 al 21 gennaio 2024, e il messaggio inviato alle Presidenze diocesane di Azione Cattolica riunite a Sacrofano nell’ottobre dello stesso anno. «Indimenticabile l’incontro del 25 aprile 2024 – continua la presidente Furlano – vissuto con grande intensità da un folto gruppo di giovani della nostra città di Vigevano. Esperienze di fede e di fraternità che suggellano una grande vicinanza in uno stile di tenera paternità per gli uomini e le donne del nostro tempo».

pellegrinaggio diocesano a Roma Giubileo

LA CARITAS Don Moreno Locatelli, direttore della Caritas diocesana di Vigevano, ha incontrato papa Francesco tre volte: per il 45° e il 50° di fondazione della Caritas nazionale, e per il pellegrinaggio a Roma del 2016. «Papa Bergoglio – racconta – possedeva due tratti fondamentali che ho cercato di fare miei, e che si rivelano in altrettante encicliche. “Evangelii gaudium” parla della bellezza di agire per i poveri con gioia. Non è una semplice spensieratezza, ma quel sentimento che viene dal bene ricevuto e condiviso. Con “Fratelli tutti”, invece, il Pontefice ci ha spronato a capire che non ci si salva da soli: non c’è alternativa. Cristianamente, e umanamente, non esistono fratelli di serie A o di serie B. Pensando ai poveri, loro sì che si sentono di seri B, ma è nostro dovere farli sentire come tutti gli altri, anzi forse qualcosa in più».

Poi bisogna sottolineare tre perle importanti per il servizio caritativo: la via del Vangelo, gli ultimi al centro, la creatività dello Spirito santo.

IL BIBLISTA Il sacerdote vigevanese don Luca Pedroli ha insegnato esegesi del Nuovo Testamento negli Studi teologici riuniti di Lombardia, e teologia del Nuovo Testamento presso l’Istituto di scienze religiose di Pavia e Vigevano e a Milano, presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale e l’Istituto di scienze religiose. «Ho incontrato per la prima volta papa Francesco – racconta don Pedroli – nel 2013. Lui era appena stato eletto Papa e io avevo appena incominciato a insegnare al Pontificio istituto biblico a Roma. Nel presentarmi gli ho detto che insegnavo l’Apocalisse e lui conosceva molto bene il professore col quale avevo lavorato su questo argomento, padre Ugo Vanni, nato in Argentina, anche lui gesuita: e suo grande amico. Lui allora mi ha detto di salutargli tanto Ugo Vanni, era ancora vivo a quel tempo, e poi sorridendo: “Ma quando arriva questa Gerusalemme nuova?”. Ho ancora la foto di lui che sorride e mi dice questo, e da quel momento ogni volta che l’ho incontrato mi faceva sempre la stessa battuta, mi diceva: “Allora, allora, l’Apocalisse: quando è che arriva la Gerusalemme nuova?” E sempre sorridendo. Bene, adesso sono contento di sapere che per lui la Gerusalemme nuova è arrivata e da lì ci aiuterà ad avere un po’ più di fede e un po’ più di speranza».

Davide Zardo

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