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Ucraina / La diocesi di Vigevano in prima fila

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Ventuno stanze, per un totale di 60 posti circa. È quanto il seminario di Vigevano ha messo a disposizione per donne e bambini ucraini, in fuga dalla guerra. Tre le famiglie previste finora, di cui una già arrivata.

UNA PRONTA ACCOGLIENZA E anche Casa Hanna, uno dei centri d’accoglienza Caritas, ha già accolto due famiglie, complessivamente composte da due donne e cinque minori. Il territorio, insomma, è già mobilitato verso una sensibilità dell’accoglienza, che vede impegnate le Caritas parrocchiali. Molte donne con bambini al seguito sono ospitate presso famiglie di parenti residenti a Vigevano e in Lomellina. Il periodo di permanenza in seminario di queste persone (quasi un migliaio in tutta la provincia di Pavia, e in gran parte donne con bambini) sarà di 15 o 20 giorni. Poi si procederà all’accoglienza in parrocchie, famiglie, comunità.

La sede della Caritas di Vigevano in corso Torino

UNITI PER I PROFUGHI «Nel frattempo – riferisce don Moreno Locatelli, direttore della Caritas diocesana – diverse realtà territoriali hanno accettato di mettere degli spazi a disposizione per queste famiglie: le unità pastorali di Mede e Sannazzaro, le parrocchie di San Giuseppe al Cascame e la comunità di Santa Maria del Popolo a Vigevano, Tromello, Gropello, Casoni Sant’Albino, Carbonara al Ticino. Stiamo facendo passare il messaggio di quanto sia importante prendersi cura di queste persone con carità, accompagnarle e accorgersi delle loro problematiche».

Un’accoglienza fortemente voluta dal vescovo, monsignor Maurizio Gervasoni: «Il vescovo ha chiesto un atto forte di carità concreta – spiega don Moreno – per coinvolgere in primis la comunità cristiana, ma non solo. Tecnicamente non dovremmo parlare di rifugiati né di richiedenti asilo, ma di persone prese in carico temporaneamente, che potranno restare per un anno».

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