L’Inchiesta / Palestre: Una vita tra pesi e bilancieri per essere felici

Chi le considera luoghi di socializzazione e benessere, chi le frequenta per “migliorare il fisico” o “tenersi in form”, chi ci va per cercare un rifugio per la mente. La palestra è diventata uno dei luoghi simbolo della società odierna, frequentata da persone di tutte le fasce d’età e sempre più da giovani e giovanissimi, tra cui anche tanti minorenni. Ma quanto conosciamo di questo piccolo universo? Chi sono i professionisti a cui sempre più italiani affidano non solo il proprio corpo, ma anche aspetti della propria salute, dall’alimentazione alla terapia degli infortuni, dal benessere psicologico agli integratori? L’Araldo ha deciso di dedicare la sua nuova inchiesta alle palestre, a chi le frequenta e a chi ci lavora, interpellando anche tutti i professionisti che operano in quest’ambito: medici, psicologi, nutrizionisti, personal trainer, aziende che producono integratori.

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CERCANDO BENESSERE La prima tappa del viaggio nelle palestre non può prescindere dall’incontro con chi frequenta questo spazio in cui si intrecciano storie di vita, di impegno, di passione e di crescita personale. «Ho iniziato ad allenarmi in palestra da quasi un anno – racconta Valeria Alberti, impiegata – faccio tre lezioni a settimana insieme al mio personal trainer e alleno tutto il corpo, facendo full body corpo libero. Mi sottopongo a movimenti di base, come lo squat e movimenti di isolamento che vanno a lavorare muscoli specifici. Svolgo lavori prettamente isometrici per allenare l’addome e dopo aver scaldato gli adduttori e aver coinvolto femorali, glutei e quadricipiti, lavoro sul dorso. Faccio alzate laterali, spinte in alto con i manubri. In media porto a termine otto esercizi. Anche se molto lentamente sto vedendo i primi risultati: fisicamente mi sento migliorata, mi sveglio con meno stanchezza e con meno difficoltà». Non manca neanche chi è riuscito a trasformare palestra e allenamenti in qualcosa che va oltre lo stare bene con se stessi: «All’inizio cercavo solo un benessere fisico – ricorda Jennifer Testini, studentessa universitaria – ma con il tempo allenarmi ha migliorato anche il mio benessere psicologico. Attualmente ho una lesione al tendine del bicipite, però quando sto bene cerco di allenarmi tre volte alla settimana. Alleno una volta la parte alta del corpo, le altre due lezioni le dedico alle gambe. Per queste ultime faccio la leg press, una pratica che coinvolge la parte inferiore del corpo, in particolare i quadricipiti, i muscoli posteriori della coscia, i glutei e i polpacci. È un esercizio efficace per lo sviluppo della forza e della massa muscolare degli arti inferiori».

OBIETTIVI DI VITA Per allenarsi in modo corretto non devono mancare impegno e costanza. Gabriele Piano, diciannovenne fresco di diploma, sogna di entrare nell’esercito e intraprendere la carriera militare. Per riuscirsi, deve «soddisfare determinati requisiti fisici, devo essere in forma, avere la giusta muscolatura e stare bene. La parte del corpo che mi piace potenziare di più è la schiena; infatti, non ho mai mollato la lat machine con presa neutra. Si tratta di una variante dell’esercizio che mira a rafforzare i muscoli della schiena, in particolare il gran dorsale, e coinvolge anche i bicipiti e i muscoli delle spalle. Poi passo al pulley, concentrato sui dorsali della schiena. Il secondo giorno lo dedico al bilanciere, la slot machine con presa a triangolo e in ogni sessione cerco sempre di raggiungere lo sfinimento del muscolo. Tre volte a settimana alleno l’addome, importante per la stabilizzazione del corpo, e una mezzoretta di camminata al tapis roulant per migliorare la resistenza e la circolazione cardiovascolare».

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Anabolizzanti, la scorciatoia di chi in poco tempo vuole un “fisico bestiale”

«Volevo essere diverso, accettato da chi mi guardava e mi conosceva. Per questo ho iniziato a usarli, volevo gli steroidi anabolizzanti per aumentare la mia forza e ottenere un corpo forte, scolpito». Andrea (nome di fantasia) inseguiva un fisico “bestiale” da esibire con orgoglio: voleva raggiungere sempre più risultati andando in palestra. Migliorare il suo fisico avrebbe significato dare una svolta alla sua vita.

COME TUTTO HA AVUTO INIZIO Si allenava ma nei primi mesi non vedeva risultati e in una società che corre è molto facile cercare delle scorciatoie per raggiungere traguardi in poco tempo. «Entrare in questo mondo – confida – è stato facile. Un mio amico che si allenava con me li usava e me li ha consigliati. Vedevo che aveva successo con le ragazze, mentre io, le prime volte che entravo in palestra mi sentivo quasi a disagio, quasi come se non fosse il mio mondo. Non ho mai avuto un fisico perfetto, spesso ero impacciato, il vedere tanti ragazzi con muscoli e una struttura corporea ben definita, allenarsi e avere successo mi ha convinto a provarci. Mi sono chiesto: se altri li usano e stanno bene, perché lo stesso non può accadere a me? Questo amico mi ha portato da un conoscente e mi ha spiegato che, se usati in senza esagerare, non avrei corso nessun rischio e in poco tempo avrei avuto un fisico perfetto».

ILLUSIONE Diete, pesi, integratori e l’assunzione ripetuta di steroidi hanno consentito ad Andrea di «mettere su diciotto chili di muscoli in meno di due mesi. Un risultato che non avrei mai sperato di raggiungere in così poco tempo. Mi sentivo bene e soddisfatto. Il mio medico curante mi aveva ripetuto più volte di stare attento, ma inizialmente non ho voluto ascoltarlo. Ero riuscito a raggiungere il mio obiettivo, ero soddisfatto: quanto mi sbagliavo lo avrei capito più tardi». Tutta apparenza, illusione. Andrea si sente accettato, ma ecco che a distanza di 5 anni da quando è entrato in questo tunnel succede qualcosa, che lo ha segnato e che lo aiuta a togliersi la maschera che si era costruito:

Vado in palestra come di consueto ma mi sento più stanco del solito. Mi inizia a mancare il respiro e avverto molto malessere in ogni parte del corpo. Dopo aver fatto accertamenti si è capito subito che abusando di anabolizzanti ho mandato in tilt il mio sistema ormonale.

«Ne sono uscito dopo tre anni, per fortuna. Cos’ho imparato? In primis a togliere la mia maschera, perché in generale chi vuole apparire diverso da ciò che è realmente lo fa perché è insicuro, ma mi chiedo se ha senso rischiare di stare male o peggio solo per un fattore estetico. Mi chiedo se sia questo il prezzo da pagare, mi chiedo se sia valsa la pena di mettere a rischio la mia vita solo per compiacermi e piacere agli altri».

NUOVO INIZIO Alla fine, anche se con difficoltà, ne è uscito. E ora può dare consigli ai suoi coetanei: «Ai ragazzi dico che allenarsi per mantenersi in forma è sacrosanto».

La palestra è una valvola di sfogo: staccare la mente dagli impegni della quotidianità va benissimo, ma non tramutiamo dei semplici allenamenti in un’ossessione. Impariamo ad amare noi stessi. Avrei dovuto capirlo prima.

Una persona su cinque in Italia frequenta i centri fitness

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Secondo i più recenti dati Istat e Ihrsa (l’Associazione Internazionale dei Centri Fitness), in Italia circa una persona su cinque frequenta una palestra o un centro sportivo con regolarità. Si parla di circa 5.5 milioni di clienti nel Belpaese per un totale stimato di 10 milioni includendo fitness non convenzionale, come personal trainer, centri sportivi e corsi.

CHI CI VA? La fascia d’età più attiva è quella dei 18-34 anni, ma anche gli over 50 stanno riscoprendo i benefici dell’allenamento indoor, spesso accompagnato da programmi personalizzati per prevenire problemi articolari e mantenersi in forma. Le statistiche dicono però che soltanto il 50% degli iscritti riesce a frequentare la palestra per tutto l’anno. Gennaio e settembre sono i mesi di picco. Quanto basta per spingere verso l’alto il numero di strutture sul territorio nazionale, secondo le ultime stime di EuropeActive Deloitte e Ihrsa, l’Italia è l’ottavo mercato europeo per numero di palestre, dopo Germania e Regno Unito, con circa 8mila centri fitness e palestre registrati ufficialmente in tutto il territorio nazionale. Crescita che si rispecchia anche nel territorio di Vigevano e della Lomellina con circa 70 palestre e strutture sportive “pure”.

ALLENAMENTO Ma cosa fanno gli italiani in palestra? La prima scelta è il fitness classico, con allenamento in sala pesi e attrezzi, scelta da quasi il 60% dei frequentatori. Seguono corsi di gruppo come zumba, pilates, yoga e functional training, molto apprezzati soprattutto dal pubblico femminile. Ma negli ultimi anni risultano in crescita anche discipline ibride come crossfit, circuiti ad alta intensità e arti marziali.

TEMPO MEDIO Un altro aspetto interessante è il tempo medio di allenamento, secondo EuropeActive Deloitte e Istat una seduta in palestra dura in media 60-75 minuti, con una frequenza di uno-due volte a settimana per il 49.2% degli iscritti e di tre e più volte a settimana per il 34% dei fruitori. Gli orari sono più flessibili che in passato, con corsi brevi da trenta minuti, mentre le app per prenotare attrezzi e personal trainer stanno rendendo l’esperienza più flessibile, per andare incontro a chi ha poco tempo. Non sono solo i tempi a dettare le preferenze, ma anche il costo incide sulle scelte dei fruitori. In media, un abbonamento annuale costa tra i 400 e i 600 euro, ma negli ultimi anni sono aumentati i format low-cost.

Anche a Vigevano e in Lomellina esistono dei franchising che offrono ingressi illimitati H24 a prezzi competitivi, una comodità che ha permesso a molti di avvicinarsi al mondo fitness.

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FAI DA TE Alla luce del ruolo sempre più importante che le palestre e la cura del corpo stanno assumendo per gli italiani, quanta consapevolezza c’è dei rischi? I principali sono il fai-da-te e l’affidarsi a personale non qualificato. Scelte alimentari, schede, integratori (e sostanze ancora più pericolose o illegali) assunti senza prescrizione medica, il tutto favorito spesso dal “passaparola” o dalla fiducia in qualcuno che però non ha titolo per suggerire comportamenti o abitudini che incidono sulla salute, anche in modo permanente. Sul tema non esistono studi recenti, ma nel 2010 un’indagine di Università degli studi di Milano, Istituto Mario Negri e Doxa indicava che circa il 50% degli atleti dilettanti assumeva integratori vitaminico-minerali e che solo il 7% circa riteneva che ci dovesse essere un consulto medico prima. Un dato indiretto, ma più recente, è significativo: a gennaio 2025 le ricerche su Google per la voce «integratori da palestra» hanno segnato +53% rispetto al trimestre precedente; nello stesso periodo le vendite su Amazon di integratori sportivi hanno raggiunto quota 74mila unità per un fatturato di 1.2 milioni di euro (elaborazione Labelium Italia – Kiliagon). Un altro rischio del resto è proprio legato agli acquisti online: in questo modo, anche inavvertitamente, ci si rivolge a mercati esteri, ignorando il fatto che molti dei produttori extra-Ue godono di legislazioni lasche e quindi non c’è certezza né della qualità né dell’effettiva composizione del prodotto che effettivamente si assume (esiste anche un mercato secondario di vendita che porta le materie prime o i prodotti semi-lavorati dall’Ue a paesi extra-Ue dove questi sono lavorati e poi venduti su piattaforme e-commerce rientrando nello spazio comunitario).

Edoardo Varese, Rossana Zorzato

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