Fissato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pavia, Daniela Garlaschelli, l’incidente probatorio per l’analisi dei reperti ritrovati sulla scena dell’omicidio di Chiara Poggi e sul DNA del nuovo indagato Andrea Sempio, previsto per il 9 aprile. L’analisi sarà svolta alla presenza dei periti nominati dal tribunale, ma anche di quelli della difesa e di quello che è al momento l’unico condannato per l’omicidio di Garlasco, Alberto Stasi.
LE ANALISI Il giudice per le indagini preliminari ha disposto che nell’incidente probatorio si effettui l’analisi tecnica dei profili genetici del materiale trovato sotto le unghie di Chiara Poggi, ritenuti utilizzabili per un confronto. Sarà estratto del DNA dai para-adesivi delle impronte rinvenute sulla scena del crimine e dagli oggetti analizzati nei laboratori del RIS di Parma in passato. Su espressa richiesta della procura, il GIP ha stabilito che vengano analizzati anche campioni biologici e reperti che finora non erano mai stati sottoposti a esame genetico, così come quelli che in precedenza avevano fornito risultati dubbi o inconcludenti, ancora conservati presso l’ufficio di medicina legale di Pavia. Saranno inoltre confrontati i profili del DNA estratti per verificare corrispondenze con quello del nuovo indagato Andrea Sempio, ma anche con quello di Alberto Stasi (già condannato in via definitiva per l’omicidio), dei membri maschili della famiglia Poggi e di altri uomini che frequentavano la loro casa.

IL DNA SOTTO LE UNGHIE Secondo le conclusioni del genetista Carlo Previderé, incaricato dalla Procura di Pavia, sui frammenti di due unghie di Chiara Poggi è stato rilevato un DNA maschile «perfettamente sovrapponibile» a quello attribuito dalla difesa di Stasi ad Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e ora nuovamente indagato. Nella sua consulenza di 60 pagine, Previderé ha analizzato numerosi reperti consegnati dai carabinieri di Milano, identificando cinque diverse linee maschili di DNA. Le tracce genetiche sono state trovate sul quinto dito della mano destra e sul primo e quarto dito della sinistra. Quattro di questi profili sono stati esclusi, mentre uno coincide perfettamente con quello estratto anni fa dalla difesa di Stasi da oggetti usati da Sempio (un cucchiaino, una tazzina e una bottiglietta d’acqua).
Questo DNA è compatibile con le tracce trovate sulla mano destra e sul primo dito della sinistra, ma non con quelle del quarto dito, che non sembrano riconducibili né a Sempio né a Stasi.
IL SUPERTESTIMONE Intanto, secondo alcune indiscrezioni, la procura avrebbe già ascoltato il cosiddetto “supertestimone”, intervistato nei giorni scorsi dalla trasmissione Le Iene (Italia 1). L’uomo, che finora non aveva mai rilasciato dichiarazioni, avrebbe fornito una testimonianza inedita agli inquirenti. Proseguono gli interrogatori di tutte le persone che, nell’agosto 2007 (periodo dell’omicidio), frequentavano la villetta di via Pascoli, dove fu uccisa Chiara Poggi.
LA RIAPERTURA DEL CASO Dopo 18 anni, la procura di Pavia ha deciso di riaprire le indagini grazie alle nuove tecnologie che permettono analisi più approfondite sul DNA ritrovato sotto le unghie della vittima. Un contributo fondamentale è arrivato dai tecnici incaricati dalla difesa di Stasi, che già nel 2017 avevano prelevato tracce biologiche da oggetti usati da Sempio. All’inizio dell’anno, la procura ha deciso di indagare ufficialmente Sempio, sottoponendolo a prelievo del DNA. I risultati preliminari mostrano una compatibilità con quello trovato su Chiara Poggi, anche se potrebbe trattarsi di un semplice DNA da contatto – ipotesi che dovrà essere verificata.
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