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Mortara, in tanti alla mensa dei poveri

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Don Felice Locatelli è il responsabile alla mensa dei poveri

Sono ben 13.664 i pasti che sono stati distribuiti, nel primo semestre, alla mensa dei poveri gestita dalla Caritas. Un dato in netto aumento rispetto ai 10.691 pasti registrati solo 12 mesi fa e che testimoniano quanto la povertà, anche in conseguenza del Coronavirus sia causa della ridotta capacità economica delle famiglie. La fascia più bassa, economicamente parlando, ha subito i maggiori danni, con la perdita, soprattutto, di quei piccoli lavoretti che aiutavano a tamponare la situazione. Lo scorso anno è stata superata quota 22 mila pasti consegnati. Il tutto a beneficio, nel 2019, di 827 persone. Un dato che fa impressione considerando che nel 2018 furono distribuiti poco più di 18 mila pasti. Guardando ora il primo bilancio semestrale 2020 a 13.664 pasti, con una situazione in continua evoluzione, la previsione per il 2020 è di avvicinarsi a quota 30mila pasti. «Il numero dei nostri assistiti a gennaio e febbraio era stabile – esordisce don Felice Locatelli, coordinatore della mensa – erano 60 a gennaio e 64 a febbraio. Con la diffusione della pandemia, il numero ha iniziato a salire, passando a 68 a marzo ed arrivando a 100 persone assistite ad aprile, in pieno lockdown. E poi questa quota, praticamente, si è stabilizzata. E siamo consci che la situazione sarà in continua evoluzione». A maggio il numero giornaliero di persone assistite passa, con le prime aperture delle attività, a 94, per risalire ancora a 102 persone a giugno. Nel primo semestre del 2020 sono stati distribuiti 13.664 pasti, contro i 10.691 dello stesso periodo dello scorso anno, con un incremento di 2.973 pasti, pari a circa il 30 per cento in più rispetto all’anno record 2019. Fino a febbraio qualche decina di assistiti consumavano direttamente in Mensa i pasti, altri ritiravano il pacco. Con l’avvento del Coronavirus la mensa, intesa come consumazione sul posto, ha chiuso, ma ha continuato a consegnare pasti per tutti. Chiunque si rivolgeva alla mensa, otteneva un aiuto. «E’ stata attivata per tutti la consegna di borse alimentari – prosegue don Felice Locatelli – tutti aspettano fuori, ordinatamente. Viene messa la borsa con dentro gli alimenti per pranzo e cena su un tavolino. Uno alla volta entrano nel cortile, prelevano la borsa e vanno. Questo sistema riduce al minimo i contatti e i rischi connessi al Coronavirus». Tutto il sistema di aiuto si è adeguato alla pandemia. Anche il numero di volontari, per tutelarne la salute, è drasticamente ridotto. «Il numero di volontari presenti – prosegue don Felice Locatelli – è passato da tre che erano in servizio fino a pochi giorni fa, a sei. In questo periodo ci hanno donato cibo che è stato utilissimo per far fronte alle richieste in aumento. Ora che la situazione sanitaria è più calma, abbiamo ripreso anche le attività di ascolto, al mercoledì pomeriggio, in cortile. Chiunque si rivolge alla mensa ottiene aiuto. In questo periodo ci venivano mandate persone anche dai Servizi sociali. Ora, con una situazione migliorata, riprendiamo con l’attività del centro di ascolto che ci permette di conoscere meglio le esigenze e i problemi dei nostri assistiti. Ringrazio i volontari che hanno permesso di restare sempre aperti e chi ci aiuta, con donazioni di alimenti o denaro, per questa nostra attività quotidiana».

Giorgio Giuliani

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