Neanche con un potente cannocchiale si vede, per ora, la data fissata per la riapertura del Punto di primo intervento (ex Pronto soccorso) presso l’Ospedale Asilo Vittoria. L’unica novità post Covid-19 è l’attivazione di ambulatori specialistici di medicina interna per prestazioni con classe di priorità d’urgenza differibili. “Capisco la prudenza, ma non abbasso la guardia – esordisce Marco Facchinotti, sindaco di Mortara – l’obiettivo assoluto è il ripristino del Punto di primo intervento. L’attivazione degli ambulatori per prestazioni non urgenti è comunque una buona cosa. Con la semplice ricetta del medico, senza alcuna prenotazione si possono avere le prestazioni. Però questo servizio non sostituisce il Punto di Primo intervento, ovviamente, ma aggiunge dei servizi che ci saranno anche quando sarà riaperto l’ex Pronto soccorso”.
La storia è ben nota, il Pronto soccorso di Mortara e Mede, a causa del numero di servizi prestati inferiore a 20 mila annui (Mortara era a circa 10 mila e Mede intorno alla metà) ha portato a un declassamento, cioè al passaggio dall’apertura 24 ore su 24, a soltanto 10 ore, cioè dalle 8 alle 18 (il personale poi era operativo fino alle 20) e da Pronto soccorso a Punto di primo intervento. Questo, per un territorio importante come quello di riferimento dell’Asilo Vittoria, comporta necessariamente, dalle 18 alle 8 del mattino, per ben 14 ore, poter disporre solo dei due ospedali di Vigevano e principalmente dell’Ospedale Civile. Un nosocomio che deve gestire le urgenze della Lomellina e quella proveniente dall’abbiatense, con, spesso, affollamento e tempi di attesa lunghi. Poi la chiusura, causa problemi di personale, per l’emergenza Covid-19. Ovviamente, tutte le dichiarazioni dell’ASST guidata da Michele Brait erano (e sono) che quando la situazione si sarà normalizzata, dovrebbero riaprire il Punti di Primo intervento mortarese e medese, ma i dubbi e i timori sono sempre dietro l’angolo. Qualcuno vocifera che i Punti di primo intervento mortarese e medese non riapriranno più. Dal 14 luglio scorso, forse come contentino in attesa della sperata riapertura del Ps mortarese, hanno aperto gli ambulatori di emergenza differita che, però, non sono aperti dalle 8 alle 18 e 7 giorni su 7 come era l’ex Pronto soccorso, ma solo dal lunedì al venerdì e dalle 9 alle 13. Quindi gli ambulatori non “sostituiscono” la mancanza dei Punti di primo intervento, sono un’altra cosa. Un bel taglio temporaneo ai servizi sanitari del territorio che passa sopra le teste dei cittadini, ma anche delle amministrazioni locali, molte e guida leghista. Le decisioni, si sa, sono prese ai “piani alti”, ma tocca alla politica locale, che ha anche la fortuna di avere rappresentanti al Pirellone (l’assessore Silvia Piani e il consigliere Ruggero Invernizzi), far sentire la propria voce e il proprio peso perché l’ipotesi della riapertura dell’ex Pronto soccorso mortarese (e medese) non sia una chimera, ma solo una temporanea conseguenza dei problemi del Covid-19.

Situazione analoga a Mede: «Ci aspettavamo una risposta diversa, – dichiara il sindaco di Mede, Giorgio Guardamagna – l’ambulatorio così come è stato strutturato non ci piace. Stiamo studiando le iniziative da attivare per rimediare a questa situazione. Prenderemo delle misure, questo è certo». Il punto di primo intervento all’ospedale San Martino di Mede, così come all’Asilo Vittoria di Mortara, aveva chiuso i battenti il 18 marzo, e la decisione era stata comunicata per tempo all’amministrazione comunale. Quello che al sindaco Guardamagna non era stato detto era che sarebbe sparita anche l’automedica Areu, che sopperiva in qualche modo alla precedente chiusura del pronto soccorso nelle ore notturne. L’automedica è poi tornata, forse come “contentino”, con la promessa che il Primo intervento avrebbe riaperto a fine emergenza. Finora, purtroppo, solo una promessa.
Giorgio Giuliani
Davide Zardo