In classe senza cellulare. Dopo Pasqua accadrà questo agli istituti Caramuel-Roncalli-Castoldi. Il provvedimento è stato assunto nell’ultimo consiglio di istituto e coinvolge tutte le classi, esattamente 41 al Caramuel, 10 al Roncalli, 8 Castoldi, più 9 del serale. La decisione è scaturita dall’esigenza di cercare di tamponare la dipendenza dei giovani nei confronti dei telefonini, dipendenza che, a detta delle utorità scolastiche, ha raggiunto livelli allarmanti.
NIENTE TELEFONO Riguardo al provvedimento che sarà adottato, il dirigente scolastico Matteo Loria precisa: «Nei locali e nelle aule adibiti a lezione saranno posizionati dei contenitori nei quali dovranno essere depositati i cellulari, rigorosamente spenti, degli studenti all’inizio di ogni ora di lezione. In caso di cambio aula ogni allievo ritirerà il proprio cellulare e lo depositerà nel contenitore che troverà nella nuova aula. Durante gli intervalli i telefonini potranno essere prelevati e utilizzati dagli alunni. Nelle ore di lezione l’uso dei cellulari o di altri dispositivi multimediali personali sarà consentito solo per esigenze didattiche, che devono essere approvate dal collegio docenti o dal singolo professore». Come sarà possibile impedire l’uso del cellulare? Il dirigente scolastico sottolinea come
in caso di violazione o di elusione dell’obbligo di consegna del cellulare, gli stessi saranno ritirati dal personale presente in aula, consegnati a me o al docente che con me collabora e ritirati dal genitore o dall’alunno maggiorenne alla fine delle lezioni. Quindi si procederà all’ammonizione disciplinare e al ritiro del cellulare.
AIUTARSI Il provvedimento è stato anticipato nel corso della conviviale di giovedì scorso organizzata dal Rotary Club Lomellina dal titolo “Progetti scolastici presso IIS Caramuel-Roncalli” con il dirigente scolastico Matteo Loria, le responsabili del progetto Elena Negri e Giovanna Simonetta, con lo psicologo Alessandro Grasso assieme alla presidente del club di servizio Maria Luisa Manelli. Decisioni drastiche ma “obbligate”, che sono anche in parte conseguenza del progetto ideato dal Rotary, che punta a cogliere le fragilità degli studenti e a intervenire di concerto con docenti e professionisti. «“Il Progetto Rotary per la scuola”, attivo dall’anno scorso, coinvolge le classi prime e seconde dell’istituto – ha detto Loria – e ha fatto emergere quanto accade a scuola: un luogo positivo ma pieno di difficoltà.
Ci sono molti ragazzi fragili, violenti, anche con se stessi, dipendenti dall’uso compulsivo dei cellulari. Sono giovani che alla mattina fanno fatica a raggiungere la scuola perché magari sono rimasti per buona parte delle ore notturne davanti a uno schermo. Tra loro ci sono soggetti anoressici, bulimici, autolesionisti». Cosa può fare la scuola? «Il progetto – hanno detto le referenti del medesimo – ha lo scopo di cogliere le fragilità dei ragazzi; successivamente si organizzano incontri con gli stessi, se è necessario con i loro genitori e gli insegnanti, per poi predisporre colloqui con lo psicologo Alessandro Grasso». Scuola e disagio: si stima che, in Italia, il 25% dei giovani siano “dispersi”: vanno a scuola ma non fanno nulla, oppure non si presentano. Tuttavia, ci sono anche cose positive: «il progetto ha una grande efficacia – ha concluso Grasso – i ragazzi migliorano, hanno un rapporto migliore con se stessi e con i coetanei: sentirsi ascoltati, sapersi compresi è terapia». E salva.
Isabella Giardini