Aree dismesse, la parola passa agli universitari

Puntare su verde pubblico e mobilità sostenibile con uno sguardo al recupero delle aree dismesse. Questo il progetto portato avanti dagli studenti del corso di Urbanistica dell’Università degli studi di Pavia che, lo scorso 7 giugno all’auditorium san Dionigi, hanno esposto i loro progetti di riqualificazione per l’area che include piazza Calzolaio, parco Parri, l’ex macello e il lascito Pensa.

L’INIZIATIVA A mettersi in gioco, dodici gruppi di studenti del quarto anno di ingegneria edile e architettura che, guidati dall’ingegner Caterina Pietra e dell’urbanista Anita De Franco, hanno esposto le loro ipotesi progettuali per una rigenerazione sostenibile dell’area. «Da qualche anno l’Università di Pavia cerca di individuare nei suoi laboratori argomenti che siano reali e che diano la possibilità ai ragazzi di confrontarsi su scenari plausibili della scienza sociale – spiega l’ingegner Augusto Allegrini – Tutti laboratori il cui scopo è quello di portare la popolazione al centro e soddisfare urbanisticamente le esigenze dell’uomo».

SOSTENIBILITÀ La pianificazione territoriale sta avendo una nuova stagione che abbandona sempre più il consumo di suolo, portando gli studenti a cimentarsi in nuovi spunti ecosostensibili, con una sollecitazione al cambiamento. «È bello per gli studenti poter studiare qualcosa di concreto e, allo stesso tempo, ambizioso. – commenta Pietra – Una serie di progetti maturi abbastanza per potersi confrontare con un pubblico interessato». Uno sguardo attento non solo all’estetica e alla riprogettazione dell’area interessata, ma anche con un’attenzione particolare ai rischi e alle caratteristiche territoriali.

Nel corso del laboratorio i ragazzi hanno avuto modo di studiare e confrontarsi con i piani urbanistici vigenti – spiega la professoressa e urbanista Anita De Franco – ma li abbiamo spinti a fare ragionamenti critici sul loro tempo. Un suggerimento che ha portato a dodici progetti unici, ognuno con una sua sensibilità.

I PROGETTI Un’unicità di proposte che vedono quindi una rigenerazione in chiave moderna e con ampia biodiversità dell’area del Parco Parri e dell’ex macello. Tra i dodici gruppi in campo, uno in particolare vuole rivedere Vigevano quale polo calzaturiero. Durante la loro esposizione, gli studenti spiegano come vedrebbero «piazza Calzolaio come nuovo polo tecnologico, area in cui si inserirebbero dei volumi residenziali e spazi legati a socialità e al verde». Mentre l’ex macello «rivivrebbe una seconda esistenza come polo di laboratori didattici legati al calzaturiero, con l’inserimento di corsi universitari». Attenzione al verde pubblico per un altro gruppo di universitari che sottolineano come «far rivivere il verde sia una soluzione per creare spazi accessibili con un’ampia biodiversità urbana. Un aspetto importante per garantire il corretto drenaggio delle acque piovane». Tutte idee più che valide, che bisognerebbe provare a mettere in campo.

Rossana Zorzato

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