Sono in tanti pronti al percorso per le elezioni amministrative del 2026. E scrivono: «Prende ufficialmente il via il lavoro di costruzione del programma. Un gruppo di forze politiche e civiche ha raggiunto un accordo per offrire finalmente un’alternativa seria e concreta a un’amministrazione che, da oltre vent’anni, non risponde più alle reali esigenze della cittadinanza». Con tanto di foto di rito. Il campo largo per ora è formato da sette formazioni politiche Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Polo Laico, Alleanza Verdi e Sinistra, Azione, Italia Viva e Rifondazione Comunista. Tutti schierati, pronti all’abbraccio fraterno con il candidato civico che all’ultimo momento ha preso in parte le distanze. Non facciamo nomi, ma solo nome e cognome: Rossella Buratti.
LA NOVITÀ «Questa nuova coalizione – aggiunge il comunicato – nasce dal desiderio di rappresentare quella ampia parte di città che non si riconosce nell’attuale governo locale. Il percorso programmatico è fondato su obiettivi condivisi e discussi, che costituiscono la base di un progetto politico inclusivo e partecipato».
L’INVITO E poi arriva il bello: «Il percorso è aperto a tutte le forze civiche che vorranno contribuire con idee e proposte, nell’ottica di costruire insieme una visione nuova per Vigevano». Della serie: datti una mossa che non possiamo aspettarti in eterno. Un invito molto simile a quello del suo movimento civico. Quando ha formalizzato la sua discesa in campo aveva detto: «Chi vorrà aderire lo potrà fare nel nome dell’etica, della professionalità, della condivisione e della partecipazione». E aveva inoltre aggiunto:
Insieme, ricostruiamo la fiducia. Insieme, ripartiamo. Insieme, riprendiamoci il futuro.
L’ATTESA Nessuno però si muove e da una parte e dall’altra c’è una placida (forse non troppo placida) attesa. La Buratti però piace anche a destra e qualcuno sull’altro fronte confessa, a “a microfono spento”, che potrebbe essere anche per loro un “bel candidato”. È vero, è ancora presto. Quasi tutti infatti dicono: «Adda passà il Natale».
Massimo Sala



