Il nuovo regolamento sulle mense scolastiche viene rimandato a settembre, quando entrerà in vigore e si potrà giudicare. Lo scorso 9 luglio si è svolto l’incontro tra responsabili del settore per il comune (tra i quali l’assessore Brunella Avalle) e i dirigenti scolastici Massimo Camola, Anna Miracca, Giovanna Montagna e Pietro Chierichetti sul regolamento di refezione scolastica che entrerà in vigore con il nuovo anno e che, tra le altre cose, imporrà ai genitori la scelta tra il pranzo portato da casa e l’iscrizione alla mensa.
RAMMARICO «Siamo arrivati all’incontro a cose già fatte – dice Massimo Camola dirigente all’Ic di via Valletta Fogliano – e noi avevamo chiesto un appuntamento nel quale discutere dell’argomento, nel quale scambiarci le idee». E prosegue: «Anche ora c’è il pasto domestico, riguardo ai cambiamenti da settembre occorrerà vedere quale sarà l’impatto, osservare il comportamento delle famiglie: ma questo potrà accadere solo dopo le vacanze estive. Nell’incontro abbiamo anche saputo che faranno sopralluoghi per far vedere alle aziende la location nella quale viene servito il pranzo». Del rammarico di essere stati convocati a cose già fatte parla anche il dirigente scolastico Pietro Chierichetti dirigente all’Ic di via Anna Botto: «Prendo atto che il regolamento è stato approvato dal consiglio comunale con 13 sì e 6 astenuti. Tale regolamento prevede una distinzione netta tra chi è iscritto a mensa ed è quindi tenuto ad usufruire del servizio e chi invece sceglie il pasto domestico, che deve essere una scelta stabile e non estemporanea:
mi auguro che questa scelta possa davvero incentivare all’uso della mensa e quindi ad una educazione alimentare e non si riveli un boomerang in termini di adesioni a un servizio importante e strategico per famiglie e studenti.
SCELTA NETTA Anna Miracca ds del comprensivo di Regina Margherita dice: «La scelta dell’amministrazione è condivisibile se si pensa che quotidianamente la percentuale di coloro che rimangono “sospesi” è del 10%: un numero importante del quale si deve fare carico, economicamente parlando, l’amministrazione. Non ci può essere un atteggiamento altalenante: danneggia chi fornisce il servizio e non è un atteggiamento pedagogicamente “buono”. Temo che, almeno nella parte iniziale di fruizione del nuovo servizio ci sarà un impatto sui numeri perché, magari, le famiglie non iscriveranno i bambini a mensa. Vedremo». La dirigente scolastica al comprensivo di viale Libertà Giovanna Montagna spiega «Si tratta di una scelta netta: chi sceglie la mensa non può consumare il pasto portato da casa e viceversa. Oltretutto queste scelte non possono variare continuamente, per motivi organizzativi e di costi. Chi usufruisce della mensa deve abituarsi ad apprezzare vari tipi di cibi che vengono proposti, tutto questo per stimolare il singolo alla scelta di una alimentazione sana, che non si abbandona ai capricci e che va nella direzione di una educazione alla salute, concetto, tra l’altro, più volte rimarcato da Ats ed anche dal Ministero alla Salute».
Isabella Giardini