Pellegrini di speranza. La giornata dell’animatore 2025 in programma domenica 26 gennaio è un primo passo del cammino che gli adolescenti e i giovani, impegnati nell’animazione dei nostri oratori, abbozzano e iniziano in questo anno giubilare. L’idea è proprio quella di camminare insieme a loro per coinvolgerli e renderli protagonisti dei passi di speranza che vogliamo vivere in questo anno speciale. L’animazione è proprio mettere in gioco l’anima, il corpo e i propri talenti per crescere insieme da protagonisti del futuro. Non è semplicemente una tecnica o una capacità di saper fare qualcosa. Certo queste sono importanti ma non determinanti. Oggi abbiamo bisogno di cuori che stanno in oratorio, che camminano insieme, che si lasciano coinvolgere nei piccoli momenti quotidiani di incontro e nei grandi momenti diocesani.
SOGLIE SPALANCATE I grandi raduni come questo vogliono dirti che non sei solo a vivere questa esperienza, i piccoli momenti in oratorio ti dicono la tua capacità di amare la comunità e tenere le porte aperte del tuo oratorio. Ecco perché insieme all’equipe di pastorale giovanile ci sarà anche l’equipe “Porte aperte”, un percorso finanziato dal bando della Cariplo sugli oratori, che si preoccupa di condividere con gli oratori le azioni che permettono di tenere le porte aperte in oratorio. Ci sono porte già aperte, alcune socchiuse, alcune difficili da aprire ma insieme: sacerdoti, giovani, famiglie, operatori pastorali, “specialisti” in diverse scienze umane, non sarà difficile, mettendo al centro il protagonismo giovanile, mantenerle tali. Del resto il giubileo ci dona una porta come simbolo di passaggio del cuore.
Vogliamo che tutte le porte dei nostri oratori diventino a tutti gli effetti giubilari ovvero capaci di creare entusiasmo e appartenenza.
IL PROGRAMMA La giornata all’oratorio di Gambolò avrà in prima linea il mondo digitale riletto dal punto di vista dell’oratorio. Il modo che hanno i nostri ragazzi e giovani di comunicare è molto diverso da quello degli adulti. Più che capirlo l’idea è quella di aiutare a rileggerlo dal punto di vista evangelico in modo da farlo abitare da un’animazione che non è solo artificiale ma che parte dal cuore. E ancora, per i più grandi, il mondo del protagonismo giovanile aiutato da alcune esperienze come il carcere, la prevenzione, il banco di beneficenza, la missione, l’Oftal con l’assistenza ai malati. Il giubileo ci chiede di liberare non solo il cuore, ma di investire anche il nostro tempo per essere parte del tempo di chi ha bisogno di una parola buona, di una mano amica, di una spalla, forse di una stampella. È un primo passo di molti che vogliamo fare insieme per valorizzare la grande risorsa del cuore dei nostri ragazzi a cui dobbiamo consegnare le chiavi di quelle porte che avranno la responsabilità, e speriamo, l’entusiasmo di aprire e non chiudere mai.
don Riccardo Campari, delegato Vescovile Giovani