Armida Barelli verso la beatificazione nel centenario dell’Università Cattolica

Papa Francesco, il 20 febbraio scorso, ha autorizzato la pontificia Congregazione delle Cause dei Santi alla promulgazione del decreto sul miracolo di prodigiosa guarigione avvenuto per intercessione della Venerabile Serva di Dio Armida Barelli. Questa è stata donna di molte realizzazioni di cultura, di socialità, di santità. Nata a Milano nel 1882, conobbe il francescano padre Agostino Gemelli che la guidò nel cammino per il Terz’Ordine francescano e la volle suo aiuto nella grande impresa della evangelizzazione della gioventù e della cultura. In parallelo alla Gioventù maschile di Azione Cattolica, Armida Barelli promosse in diocesi di Milano, sul finire del 1917, la “Gioventù Femminile” con notevole successo, tanto che il papa Benedetto XV la chiamò in udienza il 28 settembre 1918 e le diede l’incarico per la diffusione della Gioventù Femminile di Azione Cattolica in tutte le diocesi d’Italia. Nel 1919 venne anche a Vigevano, all’Oratorio dell’Immacolata, ove si prodigavano i padri Oblati diretti dal santo sacerdote padre Francesco Pianzola. Qui ebbe modo di conoscere e di apprezzare la carica di apostolato della oratoriana e terziaria francescana Rina Bianchi, di professione orlatrice di tomaie nella Vigevano calzaturiera del tempo. In quel 1919, Rina Bianchi aveva fondato, presso l’oratorio dell’Immacolata, la “Lega dei calzolai” che predispose, con successo, il primo contratto collettivo di lavoro per gli operai calzaturieri. Armida Barelli volle subito Rina Bianchi nel Consiglio Superiore della Gioventù Femminile Cattolica, in Milano, quale rappresentante delle operaie, a fianco della marchesina Teresa Pallavicino per le giovani signorine e della dottoressa Marta Moretti per le laureate. Sul punto delle laureate, Armida Barelli si spese per la realizzazione con padre Agostino Gemelli di una università cattolica in Italia.

Armida Barelli

Il 7 dicembre 1921, nella solennità di Sant’Ambrogio di cento anni fa, padre Gemelli celebrava nella cappella dell’ex convento degli Umiliati di Via Sant’Agnese di Milano, la santa messa inaugurale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e avviava l’attività didattica nelle due prime facoltà di Filosofia e di Scienze Sociali. L’università era soltanto “privata”: sarà riconosciuta con titolo giuridico pubblico con il regio decreto 2 ottobre 1924. A “batter cassa” per sostenere le notevoli spese fondative e attuative provvedeva la cassiera dell’Università, ossia Armida Barelli che mobilitava la “gloriosa GF” di tutta Italia nella fattiva “Giornata universitaria”, che il quell’anno 1921 raccolse la considerevole somma di un milione di lire italiane del tempo (un ragguaglio si può evidenziare nel fatto che un chilo di pane costava lire 1,80). L’attività si protrasse nel tempo. Personalmente ricordo che nell’immediato secondo dopoguerra le giovani cattoliche, compresa mia sorella Elsa, coglievano, nel primaverile dopo Pasqua, le profumate violette dei campi , e ne offrivano i mazzetti ai fedeli all’uscita delle messe domenicali con volontaria offerta pro Università Cattolica. Armida Barelli, “la sorella maggiore della GF”, era l’instancabile animatrice del generoso apostolato. Si spegnerà nella solennità della Beata Vergine Assunta, il 15 agosto 1952, ricca di opere di bene e salutata come santa.

Marco Bianchi

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