Arriva la Settimana Sociale di Taranto, parteciperà anche la Diocesi

La Chiesa cattolica si prepara alla Settimana sociale di Taranto. Dal 21 al 24 ottobre è in programma la manifestazione che sarà dedicata a delineare

“Il pianeta che speriamo”, declinandolo su ambiente, lavoro e futuro perché, come recita il motto scelto per l’appuntamento, “#tuttoèconnesso”.

A Taranto tutte le diocesi italiane saranno riunite non solo per studiare come il cambiamento climatico, la digitalizzazione, la globalizzazione e la pandemia modificheranno e stanno già modificando il mondo del lavoro e che sfida rappresenteranno per le società umane, ma anche per proporre soluzioni concrete e chiudere un percorso che è iniziato con la lettera enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco, pubblicata nel 2015 e non a caso il testo fondamentale su cui si è basato il comitato scientifico, presieduto da mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, e composto tra gli altri da economisti, sociologi, filosofi e storici, per stendere i “Lineamenta” e lo “Instrumentum laboris”, vere e proprie linee guida di una riflessione che è iniziata nei mesi scorsi anche attraverso i seminari territoriali organizzati nelle regioni del Nord, del Centro e del Sud e che sta proseguendo col dibattito interno alle varie diocesi e anche con alcune collaborazioni interdiocesane.

NUOVO PARADIGMA L’obiettivo è ambizioso, perché la Chiesa non intende limitarsi a osservare, ma vuole superare

un antropocentrismo deviato che il Papa chiama “eccesso antropologico” (LS116) per cui l’uomo si costituisce come “dominatore assoluto”

come si legge nei due documenti preparatori. Mettere da parte la «cultura dello scarto» (LS22) per abbracciare «la prospettiva della “ecologia integrale”» componendo il dualismo tra sviluppo e sostenibilità, crisi ambientale e crisi sociale, dimensione globale e locale. Un impegno a riconoscere, come precisa sempre il santo padre, che

non ci sono due crisi separate, una ambientale e l’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale (LS139)

di cui Taranto è il simbolo per eccellenza, per decenni costretta a subire il ricatto, più che la scelta, di rinunciare alla salute per il lavoro.

01 Settimana sociale - terra che brucia

POCO UMANO Uno “scambio” iniquo reso possibile da un progresso che ha lasciato indietro il riconoscimento della dignità delle persone. «L’immensa crescita tecnologica non è stata accompagnata da uno sviluppo dell’essere umano per quanto riguarda la responsabilità, i valori e la coscienza» (LS105) perché, ricorda lo “Instrumentum laboris”, «il problema è che la tecnoscienza, da sola, non è in grado di dare le risposte alle domande dell’uomo né ai problemi della nostra società». Attribuendole questa facoltà è stata resa un idolo, un pericolo che il papa emerito Benedetto XVI sottolineò nell’enciclica Caritas in veritate del 2009, dove da un lato si sottolineava che è quando l’uomo si mette al centro dell’universo che si origina la logica dell’usa e getta e dall’altro lato si ammoniva dal non pensare che la soluzione sarebbe arrivata in maniera automatica grazie allo sviluppo dell’economia, dal momento che «senza forme interne di solidarietà e di fiducia reciproca, il mercato non può pienamente espletare la propria  funzione economica […] interesse del mercato promuovere emancipazione, ma per farlo veramente non può contare solo su se stesso, perché non è in grado di produrre da sé ciò che va oltre le sue possibilità» (CV35). Raccogliendo tutti questi spunti la Settimana sociale di Taranto chiama «a una rivoluzione epistemica» e a «un nuovo umanesimo che abbracci la cura della casa comune». Il fine ultimo non è mettere da parte scienza e tecnologia, i “Lineamenta” evidenziano che «solo il lavoro di ricerca, di sviluppo e sperimentazione, di creatività imprenditoriale, di formazione di nuove competenze consentirà una transizione equilibrata e attenta agli effetti collaterali». E allora qual è il punto? Mettere accanto alla «conoscenza iperspecialista e parcellizzata» uno sguardo nuovo che colga l’insieme e la complessità. «Per capire le correlazioni e le interdipendenze tra le diverse dimensioni dei problemi che abbiamo di fronte sono necessarie competenze e saperi integrati».

Per far questo abbiamo bisogno di un pensiero capace di non chiudere i concetti, di ristabilire le articolazioni fra ciò che è disgiunto, di sforzarci di comprendere la multi-dimensionalità, di pensare con la singolarità, con la località, la temporalità, ma di non dimenticare mai l’insieme in relazione

Settimane Sociali - ecologia ambiente inquinamento

CONGIUNTI Si torna al motto della Settimana, quel “#tuttoèconnesso” che richiama anche la Trinità e invita a riconoscere che la questione ecologica non può non essere spirituale: «L’azione della Trinità è costituita da “relazioni sussistenti” piene d’amore; questa è la ragione ultima dell’unità dell’universo e dell’esigenza di comunione presente tra le persone. Tutto è connesso significa che “tutto è in relazione” e che proprio tale relazione è costitutiva della realtà, non la creiamo noi, ma ci precede e ci spinge a riconoscerla e a difenderla. La creazione può essere compresa solo come un dono». Mettendo insieme la riflessione di cui sopra e le azioni che saranno sviluppate nel corso delle riunioni sarà possibile

recuperare la costitutiva relazionalità tra uomo, uomini e creato toccando gli stili di vita di persone e comunità, così come le scelte di ordine politico ed economico

VIGEVANO PRESENTE Anche la Diocesi di Vigevano parteciperà attivamente alla Settimana Sociale. A Taranto sarà presente una delegazione capeggiata dal vescovo di Vigevano, monsignor Maurizio Gervasoni, che comprenderà in tutto cinque componenti. Insieme a mons. Gervasoni ci saranno don Moreno Locatelli, responsabile della Caritas diocesana, Luigi Grechi, presidente del Comitato intercategoriale e di Confartigianato imprese Lomellina, quindi presente in qualità di rappresentante del mondo produttivo, e due studenti, Benedetta Rigoni e Matteo Piana. «Ci recheremo a Taranto con un gruppo – spiegava il vescovo nelle scorse settimane – alcuni dei membri erano già  presenti all’appuntamento di Padova. Alla luce di quanto emergerà  e sarà  presentato, nonché degli spunti che trarremo, al ritorno studieremo come procedere ulteriormente». Perché la Chiesa vuole essere parte attiva e propositiva del cambiamento.

La Chiesa – ha affermato mons. Gervasoni – ha il compito di moralizzare, affrontare i problemi, attivare tavoli di confronto e ricerca, promuovere percorsi di conversione. La stessa Settimana sociale va in questa direzione, torniamo alla questione precedente, se la Chiesa possa o meno interessarsi delle cose dello stato. L’istanza etica soggiacente è quella di una maggiore coscientizzazione e coerenza di responsabilità; ora attivare processi di questo tipo è compito primario della Chiesa

Di sicuro saranno chiamate a un passo avanti decisivo le aziende: «La strada che abbiamo intrapreso – ha dichiarato Grechi – non prevede che si possa tornare indietro, ormai c’è la consapevolezza che è irrinunciabile mettere a terra politiche capaci di tutelare il pianeta. Non si tratta di dire se accadrà, ma di pensare a come farlo».

Giuseppe Del Signore

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