«Una compagna di vita che nessuno vede, ma che tu sai che c’è». Un fantasma che fa parte della propria vita, che la condiziona in tutta la sua quotidianità. Perché la vita di Martina Scappini, da quando si è vista diagnosticare nel settembre 2020 la sclerosi multipla, è cambiata, eccome se è cambiata. Quattro anni in cui si è vista crollare il mondo addosso, ha dovuto rinunciare a molti progetti che si era posta, come il diventare parrucchiera. Ciò a cui non ha rinunciato, però, è il desiderio, o per meglio dire, la speranza di poter tornare «a correre».

DIAGNOSI Tutto ha avuto inizio a gennaio 2020, proprio quando il mondo si imbatteva nel Covid-19. «Avevo 17 anni e frequentavo l’Enaip a Vigevano – racconta Martina Scappini – sembrava un giorno normale ma all’improvviso ho avvertito un forte dolore alla gamba sinistra. Non ci ho dato peso, perché credevo fosse semplice stanchezza, dolori dettati dallo stare troppo in piedi. Un dolore che però si è riproposto ed è andato ad aumentare. Il mio medico curante di Dorno mi ha prescritto degli accertamenti. Purtroppo fare prenotazioni non era facile perché era iniziata la pandemia con tutte le limitazioni e i problemi anche negli ospedali. Il dolore continuava ad aumentare. A settembre sono riuscita a effettuare una visita alla Fondazione Mondino e da quel momento mi sono sentita crollare tutto addosso: in estate stavo male, faticavo a rimanere in piedi a lungo e ho iniziato a perdere la sensibilità anche in altre parti del corpo, tra cui l’occhio sinistro, la vescica, le braccia. Ma mai avrei immaginato o potuto pensare di avere la sclerosi multipla».
Quella notizia è stata un fulmine a ciel sereno per me, per i miei genitori e per quello che avrei dovuto affrontare negli anni successivi.
UNA VITA CHE CAMBIA Ricoveri ospedalieri, accertamenti a Pavia, Vigevano, Milano. Cortisone, risonanze, esami del sangue. E anche dei semplici passi, delle semplici camminate, agli occhi di Martina diventano e si trasformano in ostacoli quasi insuperabili. Quasi, perché si è munita in questo arco di tempo di «forza e coraggio. Ho dovuto lasciare la scuola prima di conseguire l’esame di idoneità. A casa facevo fatica e mi stancavo particolarmente a rimanere in piedi. Dovevo per forza di cose stare sul divano o sul letto. Per fortuna non è mancato il sostegno dei miei genitori: mia mamma è rimasta con me, a volte mi accarezzava le gambe, nonostante vista la poca sensibilità a percepire stimoli, era quasi come se non sentissi o provassi nulla».
VINCO IO Una compagna di vita che non ha impedito a Martina di riuscire a trovare delle possibilità di rinascita: «Un anno fa grazie a un amico di mio padre sono riuscita a entrare in contatto con una ditta di Tromello che si occupa di appalti. Ho svolto un percorso di prova e attualmente lavoro lì. I colleghi mi trattano bene, sono amichevoli con me. E’ un impiego completamente diverso dal mio percorso di studi, ma sono felice di avere un lavoro che mi soddisfa, che mi consente di aiutare anche la mia famiglia e di avere un minimo di positività e fiducia per il futuro». Perché Martina non vuole darla vinta a questa sua compagna di vita. Ha scritto e condiviso la propria storia e il proprio percorso anche su pagine social che racchiudono le testimonianze di chi presenta «la sclerosi multipla. Sono certa che tornerò a correre, è la mia più grande speranza. È vero che non ho finito la scuola ma non escludo la possibilità di tornare a studiare. Mi piace molto la legge, con la quale sono già in contatto nel mio lavoro. Chi più alto sale, più lontano vede; chi più lontano vede, più a lungo sogna. E il mio sogno è di poter tornare a essere libera».
Edoardo Varese