“Benchè morto parla ancora” (Eb 11, 4). Così ci ricorda la Sacra Scrittura. Anche monsignor Luigi Dughera (Cassolnovo 14 settembre 1881 – Mortara 1 dicembre 1960) continua a parlare ancora oggi a sessant’anni dalla sua scomparsa. Egli parla richiamandoci i grandi ideali che animarono la sua vita. Anzitutto un amore profondo a Cristo e alla sua Chiesa, a cui egli non mancò di unire sempre un autentico spirito di serenità di fronte alle impegnative vicende dell’esistenza. La Provvidenza di Dio l’aveva dotato di moltissimi talenti, tra i quali spiccano la sua ricca umanità, la fervida intelligenza, la nobiltà dell’animo, un tratto signorile e austero ma altrettanto autenticamente buono, affabile, aperto al dialogo. In virtù dell’opera della grazia, di una diuturna ascesi personale, di una fede intensa e di un’appartenenza ecclesiale fedelissima questi talenti hanno potuto risplendere per il bene di molti, fecondare le coscienze, offrire significativi impulsi non solo sulla realtà ecclesiale ma anche su quella civile. Come dimenticare, poi, la sua incrollabile fiducia nella Provvidenza divina? Affidandosi a Lei ha compiuto opere grandi, tra cui gli imponenti restauri della basilica e la costruzione dell’oratorio san Luigi, realizzati in momenti socialmente travagliati ed economicamente difficili. Ha saputo impostare una pastorale efficace dal punto di vista organizzativo, aderente alle urgenze dei tempi, con il consapevole e ampio coinvolgimento dei laici. La poliedrica attività parrocchiale si è manifestata in una pluralità di realtà ecclesiali, da lui ispirate e animate, tra cui il Bollettino parrocchiale, primo in diocesi, la Schola Cantorum, le varie articolazioni dell’Azione Cattolica, la San Vincenzo. Sono queste le linee fondamentali del suo messaggio spirituale e della sua testimonianza ecclesiale; insegnamento che non muore. Questo insigne sacerdote ha onorato, con la sua esemplare vita cristiana e sacerdotale, la Chiesa e il clero di Vigevano. Tenere viva la memoria di un sacerdote zelante come fu Mons. Dughera, per 41 anni parroco della parrocchia di San Lorenzo a Mortara, è esercizio di una preziosa diaconia verso la nostra Chiesa vigevanese, chiamata a custodire con orgoglio l’eredità feconda del suo passato per poter meglio affrontare il presente e il futuro. Il prevosto Luigi Dughera ha lasciato alla Diocesi di Vigevano un’imponente eredità di illuminato educatore di schiere di giovani, tra i quali il Beato Teresio Olivelli, di pastore instancabile di anime, di guida sapiente, coraggiosa e, al tempo stesso, umile. Come parroco, fu un incessante suscitatore di comunione; si è donato senza riserve alla sua comunità parrocchiale, stimolando la conoscenza e la relazione di amicizia fra le persone e le famiglie, in un atteggiamento di ascolto e di partecipazione sincera. Era pane spezzato come Cristo; apparteneva a tutti ed era disponibile in tutto quanto riguarda l’evangelizzazione, la promozione umana e la crescita della comunità. Pastore della comunità, Mons. Dughera viveva per essa: per essa pregava, lavorava e si sacrificava, per essa fu anche disposto a dare la vita, quando, il 27 aprile 1945, l’ultima orda nazista in ritirata minacciò di radere al suolo Mortara. Per questo gesto eroico fu proclamato “Defensor civitatis”. In questa singolare circostanza del 60° anniversario della sua morte vogliamo ringraziare il Signore per averlo donato alla Chiesa di Vigevano, segnatamente alla comunità mortarese e lo invochiamo per essere degni della importante eredità di fede e di servizio sacerdotale che questo indimenticabile e solerte pastore ci ha lasciato. Egli costituisce un esempio vivo di fedeltà: fedeltà ai grandi ideali che devono animare ogni ministro di Dio, fedeltà alle semplici intenzioni di ogni giorno che rendono più serena l’esistenza.
Mons. Paolo Rizzi