Una carenza di infermieri sempre più tangibile all’interno degli ospedali lomellini e pavesi. Questo il dato negativo che riguarda in prima battuta i nosocomi della provincia che, sempre più spesso, vedono uno spostamento di professionisti dalle strutture statali alle private. Colpevole di questa carenza, una forbice di carriera economica bassa.
NUMERI «Sul territorio di Pavia mancano a regime circa 550 infermieri, di cui 250 sul territorio – racconta Matteo Cosi, presidente di Opi Pavia – In questo momento c’è stato un grande spostamento di infermieri dalla rete ospedaliera alla rete territoriale, quindi con un grande travaso di professionisti. Questo ha sicuramente come effetto positivo quelli di rivalutare tutta quella che è l’assistenza territorio, che è quello che i cittadini chiedono da anni a Regione Lombardia». Ciò non toglie che il numero di infermieri è in negativo, nonostante si abbiano buone speranze nella nuova generazione di professionisti a venire.
Il numero di laureandi bilancia il numero delle dimissioni – continua Cosi – per cui anche noi quest’anno chiuderemo più o meno con lo stesso numero di iscritti dell’anno precedente.
CRITICITÀ Prima eroi in tempo di pandemia, gli infermieri continuano il loro lavoro in corsia, ma senza una valorizzazione di lavoro, competenze e salari. «Quello che manca nella professione è il bilanciamento con lo sviluppo di carriera – continua il presidente di Opi Pavia – basti pensare che un responsabile di area dipartimentale resta in una forbice di più o meno 3.150 euro con alle dipendenze un migliaio di persone tra tecnici, Oss e infermieri, quasi quanto un operaio che fa le domeniche con le notti. Questo fa sì che si crei una fuga soprattutto dal pubblico, dove la contrattazione legata alle competenze è scarsa». Il privato rimane quindi la destinazione di molti infermieri e, in generale, dal personale sanitario, dove i salari sono più in linea con quelle che sono le competenze. «Nel pubblico è tutto legato a una contrattazione di tipo sindacale, dove le strutture sono molto grandi e tendono a distribuire i fondi. La distribuzione equa spesso rende iniqua la valorizzazione delle competenze, tant’è che abbiamo molti professionisti che si formano nel pubblico, o nel privato accreditato, e una volta che non si raggiunge un riscontro economico si rivolgono al privato, dove gli stipendi sono più alti».
FUTURO Nonostante le criticità, a rasserenare l’orizzonte è l’arrivo delle nuove leve di infermieri. «In quest’ultimo anno c’è stato un lavoro di informazione anche nelle scuole del territorio da parte della sede di infermieristica vigevanese di Asst Pavia che ha spinto molti ragazzi a intraprendere questo percorso lavorativo. Ad ora i numeri degli iscritti sono un po’ in stand-by fino a dicembre, con i vari spostamenti e acquisizione di studenti fuori graduatoria, ma sono promettenti».
Rossana Zorzato