Autunno, tempo di colori, cambiamenti e sì, anche di allergie. Nonostante si pensi che la primavera e i suoi fiori portino la maggior parte delle allergie respiratorie, anche la stagione autunnale fa la sua parte. Una “seconda primavera”, non solo per i particolari colori del foliage, l’autunno porta con sé uno strascico di allergie dovute agli ultimi caldi di stagione e all’umidità nell’aria connessa alle abbondanti piogge del periodo, quest’anno con un ottobre più piovoso della media.
CLIMA «In autunno gli episodi allergici dipendono soprattutto dalle condizioni climatiche – commenta il dottor Angelo Corsico, pneumologo presso l’istituto San Matteo di Pavia – Ci troviamo nella parte finale della stagione pollinica e, con le temperature leggermente più alte della norma e con l’umidità, è normale che siano ancora presenti graminacee, l’ambrosia, così come alcune spore fungine, tipiche dell’estate. Nonostante tutto, di solito il periodo che va da fine ottobre fino a fine gennaio è piuttosto silente dal punto di vista della presenza pollinica». Non solo pollini che portano a sviluppare allergie tipiche della bella stagione, ma anche una serie di risposte immunitarie legate agli impianti di riscaldamento e alle abitazioni. «Sempre legato all’avvento dell’autunno e in generale della stagione più fredda – continua Corsico – anche l’accensione dei riscaldamenti nelle case contribuisce a sviluppare problemi a livello respiratorio. Con i riscaldamenti infatti aumentano gli allergeni dentro le abitazioni, come gli acari delle polveri domestiche, le cui concentrazioni crescono con la chiusura delle finestre e con il poco ricambio d’aria. Situazione che in alcuni pazienti si acutizza se in possesso di un animale domestico a casa».
SINTOMI Proprio come le allergie primaverili, anche quelle autunnali si presentano con gli stessi sintomi, sebbene in alcuni casi specifici siano più seri.
Tra i sintomi più comuni ci sono riniti, raffreddori con secrezioni chiare e acquose che bagnano il fazzoletto senza sporcarlo – spiega lo pneumologo – ma non ci si ferma solo al raffreddore. Spesso capita che vi siano delle sovrapposizioni virali di raffreddore, ma anche altri sintomi come prurito e tosse.
Nei casi più gravi invece si arriva a vere e proprie difficoltà respiratorie. «Alcuni pazienti arrivano a sviluppare episodi asmatici – dichiara lo specialista – con tosse, respiro sibilante e senso di costrizione al torace, soprattutto dopo l’attività sportiva e alla sera». Quando sono presenti i sintomi conclamati di un’allergia è infatti «sconsigliato fare attività fisica, in quanto lo sforzo è un trigger che causa l’asma da esercizio, aggravando maggiormente i sintomi già presenti».
TERAPIE Per attenuare la fastidiosa sintomatologia delle allergie occorre quindi correre ai ripari rivolgendosi a uno specialista e facendo ricorso alle terapie. «Anche in questo caso, come per le allergie primaverili, si fa uso di spray nasali cortisonici che agiscono localmente – continua Corsico – in altri casi ancora invece, si fa ricorso ai classici antistaminici e occasionalmente a vasocostrittori. Quest’ultima terapia dà un immeditato sollievo, togliendo l’edema, ma è bene assumerli su stretto controllo medico, dato che a lungo andare possono peggiorare la situazione nasale e, una volta assorbiti, possono dare a lungo termine problemi cardiaci».
TEST Una volta individuata la terapia per attenuare i sintomi è bene però indagare su quale sia l’allergene scatenante della risposta immunitaria. In questo un aiuto fondamentale arriva dai test allergologici che danno una risposta pressoché immediata. «I test allergologici possono essere fatti in qualsiasi momento dell’anno a patto che non si stiano assumendo antistaminici – conclude Corsico – Si tratta di test che sono fatti presso gli ambulatori di allergologia dove sono applicate al paziente modeste quantità dell’allergene della sostanza sospettata di provocare la reazione. Se si verifica un’eruzione cutanea sotto forma di pomfo, proprio in corrispondenza dell’applicazione, molto probabilmente il soggetto è positivo a quel tipo di allergene». In questo modo è possibile formulare una diagnosi personalizzata in base al tipo di allergia. Numeri di reazioni allergiche che, nel corso degli ultimi anni, hanno visto un aumento significativo. «Per quanto riguarda la rinite allergica i casi sono in crescita del 25% a partire dagli anni Novanta, mentre per l’asma si attesta a un aumento di circa il 6-7% dei casi nella popolazione. Una crescita sicuramente legata a un’ipotesi igienica ovvero allo stile “occidentale”. Tanto più siamo esposti in un ambiente senza germi, tanto più il sistema immunitario è predisposto a sviluppare allergie».
Rossana Zorzato