Centocinque mila suini abbattuti in provincia di Pavia da quando è iniziata l’emergenza, dall’agosto 2023, e il crollo economico di un comparto che prima che avesse inizio la peste suina aveva un valore di 219 milioni di euro.
NUOVE REGOLE Il territorio pavese, associazioni di categoria e allevamenti sono ancora alle prese con la peste suina e temono che nella stagione estiva si possa verificare una nuova ondata e diffusione del virus: «L’emergenza non è affatto terminata – sottolinea Paola Fugagnoli, direttrice di Cia Pavia – temiamo che in estate possa riprendere l’epidemia. Al momento stiamo preparando le pratiche per chiedere gli indennizzi per i danni indiretti dal 1 dicembre 2023 al 31 ottobre 2024. Ogni associazione ha chiesto e presentato domande per ricevere 10 milioni di euro ma è chiaro e evidente a tutti che non possiamo andare avanti basandoci solo su indennizzi».
Devono cambiare le regole a livello europeo: gli indennizzi vanno bene ma solo se si riesce a cambiare la strategia che regola la gestione di questo problema.
RISOLUZIONE Lo scorso 8 aprile il consiglio regionale della Lombardia ha approvato una risoluzione che ha previsto lo stanziamento di ulteriori risorse che consentano alle aziende di fronteggiare l’attuale situazione di crisi della filiera suinicola. Il documento considera l’opportunità di rivederela CISOA (Cassa Integrazione Speciale per Operai Agricoli), con forme di tutela più adeguate nei confronti dei lavoratori a tempo indeterminato attraverso l’ampliamento delle ore di cassa integrazione e maggiori garanzie per i lavoratori a tempo determinato. Per Coldiretti Pavia, però, servono ancora più fondi per tutelare le aziende suinicole: «La risoluzione – spiegano da Coldiretti Pavia –prevede lo stanziamento di ulteriori risorse, oltre che forme di tutela più adeguate per i lavoratori. È prevista inoltre l’introduzione di uno strumento normativo e finanziario nazionale che consenta la valorizzazione degli animali sani provenienti dalle zone di restrizione nel rispetto delle norme sanitarie, includendo un meccanismo di garanzia per riconoscere agli allevatori un prezzo equo e non speculativo, colmando il divario tra il prezzo CUN (Commissioni Uniche Nazionali) e il prezzo effettivamente riconosciuto dal macello».
DIFFICOLTÀ ECONOMICA La situazione di difficoltà del settore agroalimentare a causa del virus Psa è evidenziata anche da Alberto Lasagna, direttore di Confagricoltura Pavia, che chiede «più fondi e risorse a sostegno delle piccole medie imprese. Gli indennizzi non sono sufficienti: il settore agricolo da tre anni a questa parte si trova davanti a una situazione che, se unita alle altre emergenze, tra cui la siccità del 2022 e la forte piovosità dello scorso autunno e di queste ultime settimane, lo ha messo alla dura prova. Servono nuove regole per tutelare gli allevatori».
Edoardo Varese