Unico patrono per i medici di famiglia

Niente più festa patronale per i medici di medicina generale, o meglio, festa unificata per tutti. Questo il provvedimento che è stato varato nel nuovo Accordo integrativo regionale per la medicina generale 2024, che fissa la celebrazione della festa patronale per tutti i comuni di Regione Lombardia nella data unica del 7 dicembre, ricorrenza di Sant’Ambrogio patrono di Milano e copatrono di Vigevano. Una scelta controversa, che vede perplessità da parte dei medici di medicina generale, ma anche degli stessi pazienti dal momento che gli ambulatori seguiranno questo calendario “sfalsato” rispetto alle feste patronali delle singole città, che ad esempio per la città ducale cade in ottobre col beato Matteo.

Il presidente dell’associazione medici di famiglia, Giorgio Rubino

IL PROVVEDIMENTO Ai medici andrà male nel 2024 e nel 2025 perché sant’Ambrogio cade di sabato e l’anno prossimo di domenica, ma è bene tenere a mente che non si potrà più essere visitati o chiedere ricette o malattie il 7 dicembre, perché in quel giorno l’ambulatorio del proprio medico sarà chiuso per festività. Quindi niente più beato Matteo da festeggiare per i medici vigevanesi o san Defendente per quelli cassolesi, giornate in cui i professionisti saranno pienamente operativi per i propri pazienti. Ma in concreto cosa cambia per i medici di famiglia? «Individuata nel 7 dicembre la festa patronale unica a livello regionale – si legge nell’accordo integrativo regionale medicina generale 2024 – si specifica che il santo patrono non genera prefestivo il giorno precedente (6 dicembre)». Nuovo provvedimento per cui quest’anno «essendo che il santo patrono cade di sabato – si legge – non sono da programmare turni aggiuntivi. Saranno inoltre chiuse le forme associative avanzate con una o due sedi». Per 2024 e 2025 nessun cambiamento effettivo quindi, anche se i medici hanno già un’opinione a riguardo.

In sintesi hanno tolto le feste patronali nei comuni eccetto per il comune di Milano e per Pavia – spiega Giorgio Rubino, presidente dell’Associazione medici di famiglia di Vigevano e Lomellina – una decisione mossa soprattutto per una questione organizzativa ed economica, anche se a noi medici non cambia granché.

NIENTE SOSTITUTI La decisione si collega al fatto che «a ogni festa patronale, non essendoci i medici, ogni paese richiede una guardia medica da inserire a servizio dei pazienti, ma questo risulta difficile perché come è possibile garantire l’assistenza a ogni paese?». Se la guardia medica non può arrivare dappertutto, un altro problema sono le “sostituzioni”: i medici di medicina generale sono una figura professionale ibrida, inserita nel Ssr ma con un profilo di libera professione, motivo per cui possono decidere liberamente quando astenersi dal servizio a patto che trovino a loro spese un “sostituto” che quel servizio lo garantisca al posto loro: «Vi è la difficoltà nel trovare un effettivo medico di famiglia per la sostituzione – conclude Rubino – ma d’altro canto non è sempre fattibile per i costi onerosi che il medico deve mettere in conto per pagare il professionista che lo sostituisce».

Rossana Zorzato

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